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E se poco più di un mese fa stavamo tutti a domandarci se
avremmo potuto fare o meno le vacanze, andare al mare e in che modo, oggi
sembra tutto dimenticato. Almeno così sembra. In città e ancor più nei luoghi
di villeggiatura.
Dov'è finita quella sfilza
di regole che avremmo dovuto rispettare senza se e senza ma secondo i dettami
del CtS? Il distanziamento tra un ombrellone e l’altro, tra lettini e sdraio,
tra gli stessi bagnanti se non legalmente congiunti o perlomeno conviventi? L’uso
di mascherine, gel disinfettanti e accorgimenti vari per scongiurare ogni
possibile pericolo?
Che ne è stato degli
ingressi contingentati, della sanificazione continua di lettini sedie e
armamentari vari?
Dopo i primi pallidi
tentativi di metterli in atto, molti di questi sono stati dimenticati. Archiviati. Gettati alle ortiche. La
voglia di vivere, di riappropriarsi della proprie abitudini, della quotidianità
fatta anche di piccole cose ha preso, viva iddio il sopravvento.
Il sole, l’aria aperta, il
mare hanno fatto il resto.
Lasciando le tante domande
senza una risposta. Che forse non c’è. O forse si se prendiamo per buona questa impressa
da un bagnante sulla sabbia che l’acqua
del mare non ha ancora cancellato: ‘luglio-agosto, covid mio non ti conosco’.
Ed eccoci qui, tutti
insieme appassionatamente assembrati per goderci questa meritata estate. O
almeno una parte di essa. Per il covid,
o meglio ‘la covid’, per dirla con l’Accademia della Crusca, se ne riparlerà da
settembre in poi, ma anche no, Dio permettendo. O chi per lui
Anzio- Scatto di Chiara Farigu
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