il blog di chiarafarigu

lunedì 13 luglio 2020

ISTAT: CULLE SEMPRE PIÙ VUOTE. MINIMO STORICO NASCITE DALL'UNITA’




S
olo 10 anni fa per ogni 100 residenti morti i neonati erano 96. Oggi se ne contano a malapena 67.

Si tratta ‘del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918’, recita l’ultimo report dell’Istat  sugli indicatori demografici.

Calano le nascite e di conseguenza calano i residenti, al primo gennaio del 2020 si contano 60 milioni 317mila italiani: oltre 180mila in meno su base annua. Non solo.

Stiamo diventando un Paese di vecchi e per vecchi.

Le cause? Più o meno le stesse che ci portiamo appresso da oltre un decennio: una crisi dura a morire e politiche insufficienti a favore dei giovani i quali, sempre più spesso,  mettono in valigia sogni e aspettative e oltrepassano i confini in cerca di nuove e più redditizie opportunità lavorative.
Difficile metter su famiglia in assenza di lavoro o con lavori precari e per di più sottopagati.  Ancora più difficile poi per le donne riuscire a conciliare lavoro e famiglia. Pochi e insufficienti gli investimenti sulle famiglie, quasi inesistente la flessibilità sul lavoro.
 E questo per molte di loro comporta  dover scegliere tra un figlio o il lavoro. Una scelta sofferta. Che porta a rimandare il desiderio di maternità, è di 32,1 anni l’età media della prima gravidanza, e a contenere il numero dei figli, sempre più spesso unico.
Le conseguenze, come evidenzia l’odierno ‘Bilancio demografico nazionale 2019’ dell’Istat è l’inevitabile fenomeno delle ‘culle vuote’. Vuote di speranze, vuote di  ricambio generazionale, vuote di linfa vitale, ‘un problema per l’esistenza stessa del Paese’ come ebbe a dire tempo addietro anche il Capo dello Stato.
La diminuzione delle nascite è di -4,5%, ovvero di oltre 19mila unità in meno rispetto al 2018. 
Calo che si registra ovunque nella penisola con una percentuale  più elevata al centro. 
Aumentano anche i cittadini che scelgono di stabilirsi all'estero: nel 2019 le cancellazioni dall'anagrafe hanno avuto un picco di un +16,1, pari a oltre 180mila unità. 
In cinque anni, sottolinea il report dell’Istat, si è perso l’equivalente di una città come Genova o Venezia. Il Molise risulta essere la regione a maggior rischio spopolamento, seguito da Calabria e Basilicata.
Chiara Farigu
Immagine Pexel




Nessun commento:

Posta un commento

La nonna paterna? Una nonna a metà (con poche eccezioni)

  Essere nonne è un dono meraviglioso che la vita riserva a chi ha avuto la gioia di essere prima mamma. E’ come diventare madri una seconda...