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n anno fa l’Italia
fu scossa dall'omicidio di Mario Cerciello Rega. Era in servizio il vicebrigadiere di Somma
Vesuviana con il collega Andrea Varriale
nel quartiere Prati a Roma quando venne accoltellato.
Fermati e accusati del suo omicidio due
giovani studenti americani, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth che
alloggiavano presso l’hotel Meridien di Roma, a pochi passi da via Pietro
Cossa, dove fu rinvenuto il cadavere.
Elder,
durante l’interrogatorio, confesserà di aver accoltellato Cerciello, facendo
cadere così tutte le fantasiose ricostruzioni circolate subite dopo il
ritrovamento del corpo che indicavano come responsabili del delitto due nordafricani.
Un
interrogatorio che fece molto discutere e che avvenne senza la presenza dell’avvocato.
Le immagini del diciottenne americano, bendato e ammanettato, fecero il giro del
mondo.
E’ in corso
il processo per stabilire modalità e dinamiche dell’omicidio. Molte le ombre su
cui far luce. Dall'acquisto di droga con un pusher italiano ai diversi errori
che vengono imputati ai due carabinieri da parte della difesa dei due
americani. Che quella notte erano in borghese e per giunta disarmati.
Ai funerali
del carabiniere la giovane vedova legge fino all'ultimo rigo una lettera
struggente. Poi si lascia andare sopraffatta dal dolore. A
stringersi a Rosa Maria una chiesa gremita all'inverosimile. C’è tutta Somma Vesuviana
a tributare l’ultimo saluto al
vicebrigadiere Cerciello mentre quelle parole arrivano dritte nei cuori di chi le ascolta.
E’ la stessa lettera che il
13 giugno, solo 43 giorni prima, le
avevano dedicato nel giorno del suo matrimonio. Allora
erano parole di auspicio alla vita di coppia che s’apprestava a cominciare con
Mario, il ‘suo’ Carabiniere. Mai avrebbe immaginato Rosa Maria, neanche nei
peggiori degli incubi, che dopo appena 43 giorni avrebbe dovuto mettere in
pratica quelle parole, rilette tutto d’un fiato con la morte del cuore. Dinanzi
al suo Mario, per
l’ultimo saluto.
Parole struggenti, scaturite da un dialogo
immaginario tra un angelo e Dio che stava creando un modello di donna da
destinare a moglie di un carabiniere.
Una donna completamente diversa da tutte le altre.
Diversa come, chiede l’angelo?
“Deve essere indipendente, deve possedere le qualità di un padre
e di una madre allo stesso tempo. Le daremo un cuore particolarmente forte,
capace di sopportare il dolore delle separazioni, di dare amore senza riserve,
di offrire energie al marito nei momenti più difficili e di continuare a
lottare anche quando è carico di lavoro, è stanco. Una donna dall'aspetto dolce
ma che ha la forza di un leone perché deve saper far fronte a tutte le
necessità: essere capace di svolgere allegramente le sue mansioni anche se
stanca o ammalata, ed essere capace di cambiare casa, abitudini e amicizie
spesso e all'improvviso. A lei faremo dono di una lacrima per la gioia, il
dolore, la solitudine e la fierezza che solo la moglie di un carabiniere prova
ed è dedicata a tutti i quei valori cui suo marito è legato e che lei farà
suoi’’.
Parole da brivido. Che rilette a distanza di
poco più di un mese dall'altra cerimonia pesano come macigni. Parole alle quali Rosa Maria, fiera
moglie di un carabiniere, anche se per troppo poco tempo, ha fatto già sue. E che continueranno ad accompagnarla nel suo cammino senza più Mario al suo fianco.
Immagine tratta da Adnkronos
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