il blog di chiarafarigu

mercoledì 8 luglio 2020

RITORNO A SCUOLA? MEGLIO L'EDUCAZIONE PARENTALE. LA SCELTA SOFFERTA DI UNA MADRE



B
uongiorno maestra, come sta? Intenta com'ero a leggere la lista della spesa, non mi ero accorta della presenza della signora che mi salutava. Anni addietro è stata la mamma di un mio alunno, ora in quarta elementare.

Dopo i convenevoli di rito, accenna alle difficoltà che la famiglia sta vivendo a causa della pandemia. Il marito, gestore di una palestra, è al limite della chiusura. Le nuove regole imposte mal si adattano agli sportivi e ancor più ai luoghi in cui si praticano gli allenamenti. 

Il distanziamento, mi riferisce la donna, ha di fatto imposto che molti macchinari, come tapis roulant presse panche e quant'altro, venissero sigillati e spostati in depositi (con altri affitti da pagare) in attesa di tempi migliori. Gli stessi sportivi, dapprima numerosi, ora si contano sulla dita di una mano. Molti, durante il confinamento, si sono organizzati acquistando macchinari usati da utilizzare in casa, altri si sono dati al jogging, mentre la gran parte si è proprio ‘data’. Se ne riparlerà, dicono, quando quest’incubo finirà. Sempre ammesso che finirà.

Ascoltavo in silenzio le sue preoccupazioni. Non ho potuto fare a meno di notare le piccole rughe attorno ai lati suoi occhi, segno evidente delle tanti notti insonni di questi ultimi mesi.

A tenerli svegli, lei e suo marito, il lavoro, sempre più scarso e il futuro del loro unico figlio. ‘Sa, maestra, il ritorno a scuola, a settembre, così come lo stanno progettando, ci preoccupa molto’.

Stanno seguendo con molta trepidazione la vicenda ‘riapertura’. La confusione è tanta, sostiene, e i genitori sono disorientati da tanta superficialità al limite dell’incompetenza.

Difficile darle torto. Ogni giorno viene prospettato un nuovo scenario che si aggiunge alla lista delle già traballanti ‘linee guida’ stilate dai cosiddetti tecnici che affollano il ministero dell’istruzione.

‘Vede, mi rivela prima di accomiatarsi, stiamo pensando di non far frequentare la scuola ad Andrea quest’anno. Ci stiamo informando per la cosiddetta ‘educazione parentale’, quella per la quale sono le famiglie a decidere come educare i propri figli e non lo Stato’.

Rimango di stucco. Da maestra fin dentro il midollo, che ha sempre creduto e continua a credere, nonostante i limiti e le carenze da sempre presenti nella scuola pubblica, che questa, se non per gravissimi e comprovati motivi,  possa essere una scelta radicale e molto discutibile. Per quanto sofferta e ragionata.

‘La terrò presente perché avrò bisogno non di una ma di molte mani  se optiamo per il fai da noi’, mi dice andando via, senza darmi il tempo di replicare.

Chiara Farigu



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