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etrattori opinionisti
e perditempo che rimbalzano da un talk all'altro in tv scommettevano che anche
l’ultimo CdM (chissà perché questo governo predilige l’orario notturno si
domandava ieri un esterrefatto Paolo Mieli a #Cartabianca), avrebbe optato per
l’ennesimo rinvio riguardo alla spinosa
questione Autostrade. Un po’ per vedere l’effetto che fa e molto per continuare
a tirare a campare.
Gli stessi,
che oggi, ad accordo raggiunto tacciono o continuano a sbraitare, in primis la
Meloni dalla pagine di Libero. ‘Niente revoca col favore delle tenebre. Con il
PD i Benetton dormono tranquilli’, tuona la leader di FdI. Aggiungendo che con
Autostrade è finita a tarallucci e vino visto che da qui a un anno è facile che
il governo non sia più lo stesso.
Come sarà tra
un anno, e molto probabilmente anche prima, solo gli eventi e gli scossoni
politici potranno dirlo.
Oggi invece
sappiamo quanto è stato deciso stanotte in CdM. Dopo un negoziato snervante
durato oltre sei ore, Aspi diventerà di fatto pubblica con l’ingresso di Cassa
Depositi e Prestiti, socia al 51% e la progressiva fuoriuscita di Atlantia.
Accolta
praticamente la linea del governo Conte che ha tenuto duro sulla trattativa e
anche sui mal di pancia all’interno della stessa maggioranza.
La famiglia
Benetton fa un passo indietro e rinuncia a qualunque possibilità di eventuali
ricorsi ai danni dello Stato, compresa una revisione complessiva della
concessione e anche alla possibilità di potersi pagare dei dividenti. Sì invece ai risarcimenti da 3,4 miliardi di
euro come penale per il crollo del ponte Morandi e sì anche al calo dei pedaggi
in linea con le indicazioni dell’Autorità dei Trasporti.
Cdp ha
ricevuto mandato per avviare entro il 27 luglio il percorso che porterà all'uscita
progressiva dei Benetton da Autostrade.
Si conclude
così, o meglio si avvia a conclusione quel lungo e tormentato tira e molla
iniziato con Autostrade all'indomani del crollo Morandi dove persero la vita 43
persone. Per la famiglia Benetton che fa non uno ma diversi passi indietro un’unica
certezza: se non rispetterà l’accordo sarà revoca immediata. Con tutto quel ne
segue.
‘Senza il
M5S al governo tutto questo non sarebbe mai avvenuto’, esulta l’ex ministro dei
Trasporti Toninelli. ‘Torna agli italiani ciò che era sempre stato loro’,
commenta Patuanelli, in buona compagnia con Franceschini che riconosce alla
fermezza di Conte il raggiungimento dell’insperato accordo
Chiara Farigu
Presidente Conte. Immagine commons.wikimedia.org
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