Paolo è la resilienza fatta a persona. Che si ostina a sorridere nonostante gli scossoni ricevuti in sorte.
E Paolo di cazzotti dalla vita ne ha presi davvero tanti. Troppi.
L'Italia Paolo Palumbo lo ha conosciuto durante il festival di Sanremo dello scorso anno. Quando, ospite d’eccezione, colpisce dritto al cuore il pubblico in sala e ancor più quello davanti ai teleschermi. ‘La mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma di un ragazzo che non si è arreso. I limiti sono solo dentro di noi. Ricordate che il tempo che abbiamo a disposizione è poco ed è nella mente che ristagnano le disabilità più gravi. Sono un guerriero che lotta ogni giorno, per volare mi bastano gli occhi’, dice attraverso il comunicatore verbale che elabora il suo pensiero grazie al movimento degli occhi.
Un messaggio di speranza rivolto ai tanti giovani che troppo spesso si arrendono dinanzi alle difficoltà.
Lui, il guerriero, le sue ‘difficoltà’ le affronta con la tigna granitica che lo caratterizza e il sorriso sulle labbra. Perché ha un obiettivo da realizzare: battersi per se stesso e per gli altri come lui affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Paolo con la ‘bastarda’, detta anche la ‘stronza’ ci convive da quattro lunghi anni. E’ una patologia terribile la Sla. Colpisce i motoneuroni, ovvero quei neuroni addetti alla trasmissione degli impulsi del cervello verso i muscoli. I quali lentamente si atrofizzano rendendo impossibile anche attività semplici come il linguaggio, la deglutizione e la respirazione.
Detiene un record importante il 22enne oristanese: è il più giovane malato di Sla d’Europa.
Ma questo è ininfluente per un combattente come lui abituato, sostiene, a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno in ogni situazione. Lotta con tutte le sue forze, Paolo. Poche, pochissime quelle fisiche, incommensurabili quelle dello spirito e della mente.
Accanto a lui suo fratello Rosario, gambe e braccia di Paolo. Il suo migliore amico, il confidente. Sempre al suo fianco. Nella quotidianità e nelle battaglie che periodicamente Paolo mette in atto.
Ha un diploma di chef appeso al muro, tante le ricette da sperimentare nel cassetto. Il più ambizioso, regalare a chi come lui, costretto a nutrirsi di pappette omogeneizzate tramite sondini, la gioia di sentire nuovamente il gusto del cibo. Un sogno, il suo, che è diventato progetto a tutti gli effetti ‘il gusto della vita’. Una sorta di tampone che a contatto con le papille gustative sprigiona il sapore dei cibi, dal dolce al salato come da migliore tradizione.
Si tratta di una sintesi chimica di sapori ottenuta tramite processi di cucina molecolare, la cui sperimentazione è attualmente in atto nei Centri Nemo di Milano. E’ quanto si legge nella sua pagina Facebook seguita da oltre 207mila amici che ogni giorni lo supportano con affetto e attestati di stima ai quali lui, ricambia regalando un sorriso. Sorriso che non ha perso neanche in questi giorni nel suo letto d’ospedale dove ha subito un delicato intervento alla schiena. ‘Siete il mio carburante, vi voglio bene’ e ‘Mai mollare, viva la vita’, questo l’abbraccio di Paolo ai suoi lettori.
Un amore struggente per la vita come pochi, quello di Paolo. Come il suo impegno concreto alla ricerca di una cura per la SLA. Il ricavato della vendita dei tamponi sarà devoluto alla ricerca scientifica nel campo della malattia neurodegenerativa.
Mai arrendersi, la vita è bella, ribadisce Paolo. Lo è ancor di più quando si hanno sogni da realizzare. E lui nel cassetto ne ha davvero tanti
Chiara Farigu
*Immagini tratte dalla pagina Facebook di Paolo Palumbo
*Immagini tratte dalla pagina Facebook di Paolo Palumbo
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