il blog di chiarafarigu

martedì 17 novembre 2020

Un compleanno ‘un sacco bello’. I 70 anni di Carlo Verdone

Una faccia di gomma, così definisce la sua Carlo Verdone che oggi festeggia il suo 70esimo compleanno. Una faccia dove scolpire i connotati dei suoi mille personaggi che ha portato poi sugli schermi  come Enzo o Ivano, i protagonisti di ‘Un sacco bello’ e ‘Viaggi di nozze

Personaggi che si è divertito a creare osservando le persone, facendo suoi i tic, i difetti, le megalomanie, le inadeguatezze e le fragilità della gente comune.  Passione, questa, che ha coltivato sin da studente quando, come spesso racconta, faceva il verso ai compagni di classe e agli stessi insegnanti. Forse è proprio sui banchi di scuola che ha capito di avere un’anima comica o sulla spiaggia di Anzio dove, assolti  gli impegni scolastici, si fiondava dalla zia Bettina e lì nella cittadina laziale amava trascorrere le migliori estati della sua gioventù.

Una comicità la sua accompagnata, come accade ai comici di razza, da una vena malinconica. Ipocondriaca. Dovuta, ama scherzare l’attore romano, al fatto che sia nato di venerdi 17 e per giunta nel mese dei morti. Per addolcire quella ‘negatività’, su consiglio della nonna al nome Carlo venne aggiunto quello di Gregorio che nella Roma popolare è associato a ‘sedere’. ‘Chi ha ‘sedere’ è sicuramente fortunato e alla fine credo che l’intuizione di mia nonna mi abbia giovato, fin ad ora, nella vita’, racconta Verdone. E’ indubbio che un pizzico di  ‘sedere’ nella vita non guasta, se poi  si aggiungono capacità, talento, professionalità,  intuito e amore per il proprio lavoro, questo non può che tramutarsi in successo. Quello che l’attore e regista romano si è conquistato fin dagli esordi televisivi di 'Non stop', confermato poi davanti e dietro la macchina da presa in oltre 40 anni di carriera.

L’ ultimo film ‘Si vive una volta sola’, dove veste i panni di un chirurgo, la cui uscita è stata più volte rinviata, a causa delle norme anti-covid, sarebbe dovuto essere il regalo per il 70esimo compleanno. Un rinvio che non preoccupa Verdone che sulla salute non ama scherzare. Così come sulla musica, altra grande passione dell’attore.

Il suo segreto? ‘Ha mantenuto sempre il suo spirito fanciullesco’, racconta in un’intervista Claudia Gerini che, dopo tre film di successo come co-protagonista con Verdone,  sogna ora di poterlo ‘rifare strano’, cinematograficamente parlando,  in un prossimo futuro.

Auguri Carlo!

Chiara Farigu





domenica 15 novembre 2020

‘Non è mai troppo tardi’. Sessant’anni fa la prima lezione del Maestro Manzi

Era il 15 novembre del 1960 quando il maestro Alberto Manzi entrò nelle case degli italiani e da subito divenne uno ‘di famiglia’. Puntuale, ogni sera, grazie ad una lavagna e ad album di fogli montato su un cavalletto, dagli studi di Rai 1, insegnava a milioni di cittadini a leggere e a scrivere.

Il tasso di analfabetismo a quei tempi era molto elevato,  troppi ancora apponevano la croce come firma nei documenti e i più non andavano oltre i dialetti regionali. Un compito arduo per il Maestro che s’apprestava a istruire un’Italia allora in cerca di riscatto sociale e culturale.

Già nel titolo  ‘Non è mai troppo tardi’ l’ambizioso programma che, andato in onda sino  al ’68 contribuì a far  prendere la licenza elementare a oltre un milione e mezzo di uomini e donne. Garbato, paziente e soprattutto determinato a togliere dall’analfabetismo dilagante quante più persone possibili, seppe motivare quell’Italia che guardava con speranza al futuro. E che per farlo necessitava degli strumenti giusti, l’istruzione in primis. La chiave per accedere a tutto al resto.

Prima di cena le famiglie accendevano la tv e seguivano la lezione del Maestro Manzi. Il quale proponeva parole nuove che spiegava con l’ausilio di semplici disegni che tratteggiava velocemente col carboncino sui quei fogli che prendevano forma e vita in quelle case dove timidamente faceva capolino l’istruzione.



‘Ogni parola in più che s’impara contribuisce a renderci liberi’, ripeteva il Maestro. Liberi di pensare con la propria testa, liberi di decidere del proprio destino.  Un antesignano dell’insegnamento moderno. Un innovativo. Riluttante ai metodi educativi del tempo che si basavano essenzialmente sul nozionismo, prediligeva una didattica creativa, interattiva, per aiutare l’individuo a liberarsi dai conformismi e a formarsi una mente critica.

Un antesignano della didattica a distanza. Oltre 500 le lezioni ‘da remoto’ come si dice oggi per la DAD che ha preso il posto della didattica in presenza per motivi sanitari.

Un Maestro con la M maiuscola. Un messaggio che non invecchia il suo. A dispetto dei 60 anni dalla prima lezione andata in onda proprio oggi 15 novembre

Chiara Farigu



martedì 10 novembre 2020

‘Lo sapevamo che i contagi in Sardegna salivano, abbiamo rischiato’, così il capogruppo di FI ai microfoni di Report

Come dimenticare il susseguirsi di ordinanze regionali prima per dare il via libero e poi per chiudere le discoteche nel periodo più caldo e trasgressivo nell’isola, all’epoca covid-free, presa d’assalto da migliaia di turisti in cerca di sballo?

Ordinanze che facevano a pugni con la richiesta per quanti arrivavano via mare o via cielo di munirsi di improbabili passaporti sanitari o quant’altro che ne attestasse l’ estraneità col malefico virus.

Si è passato in pochissimo tempo dal pugno di ferro minacciato e mai reso concreto al  lasciapassare più sfrenato. Con l’apertura delle discoteche più cult, ritrovo di chi ha il portafoglio gonfio e in virtù di questo sa come arrivare ai posti di comando, l’isola sta ora pagando le conseguenze di decisioni politiche scellerate. Prese, come ha dimostrato, confermando quando già si sospettava e purtroppo si sapeva, il servizio di Report mandato in onda ieri sera, che a dettare legge, ancora una volta è stato il dio denaro.

‘Lo sapevamo che i contagi salivano, abbiamo rischiato’, così Angelo Cocciu, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale, ai microfoni di Report. Durante l’intervista ha reso noto i retroscena dell'ordinanza che ha lasciato aperti i locali da ballo  fino al 16 agosto, ben dieci giorni di più la decisione di chiuderle da parte del governo: ‘Mi sono arrivate tante telefonate, gestori che ci chiedevano di tirare qualche giorno in più. Billionaire e Phi Beach avevano per esempio contratti stratosferici con dj importanti’.

Parole che fanno rabbrividire. Dichiarazioni fatte a titolo personale, sostiene Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia in Sardegna, nel prenderne le distanze.

‘In un mondo normale domani, in Sardegna, si terrebbero le nuove elezioni regionali. Ma non viviamo in un mondo normale’ scrive sul suo profilo Facebook Emiliano Deiana, presidente Anci Sardegna. Aggiungendo che ‘Report ha traslato la problematica. Ha fatto credere che siano i sardi ad aver contagiato il resto d’Italia. Mentre il VIRUS è arrivato sulle ali dei turisti.  Le vere vittime di questo “contesto” malsano sono i sardi e la Sardegna.  Perché nessuno - il Governo in primis - non ha proibito l’invasione di torme di turisti, senza controlli sanitari in ingresso che hanno fatto ammalare primi far tutti i lavoratori sardi del turismo. Venivano, questi, dopo aver fatto il giro d’Europa: da Ibiza a Malta. Per poi sbarcare in Costa e impestare tutto l’impestabile. Report conferma come i sardi siano un inciampo della storia’.

Avete preferito il Billionaire alla nostra salute”, recita uno striscione sulla sede della presidenza della Regione in viale Trento.

Ogni altro commento appare oggi superfluo. Una sola richiesta: si faccia chiarezza e chi ha sbagliato tolga il disturbo. Per il bene della Sardegna e dei Sardi tutti

Chiara Farigu



***Immagine pixabay

lunedì 9 novembre 2020

Da stasera su Rai 1 ‘Gli orologi del diavolo’, serie tv con Beppe Fiorello

Stasera la prima delle quattro puntate de ‘Gli orologi del diavolo’, fiction prodotta da Roberto Sessa, in prima visione su Rai 1, disponibile anche in streaming su Rai Play.

Tratta da una storia realmente accaduta, raccontata nel libro omonimo scritto da Franciosi e Federico Ruffo, vede il ritorno di Beppe Fiorello nelle vesti del protagonista Mario Merani, ovvero Gianfranco Franciosi nella vita reale. Un eroe per caso, come racconta lo stesso Fiorello, il primo civile usato per scopi investigativi in un contesto criminale ‘rimasto incastrato in un ingranaggio enorme’ durato ben quattro anni della sua vita. Un uomo ‘comune’ alle prese con qualcosa più grande di lui ‘io non avrei avuto il suo stesso coraggio’, ammette Beppe.

E’ la storia di un uomo che fino a poco tempo prima conduceva una vita ‘normale’ tranquilla e anche felice. E’ un motorista nautico con un passato nelle gare off-shore attualmente costruttore di barche, almeno fino a che la malavita non si accorge che i gommoni, che corrono più veloci delle motovedette dei carabinieri, potrebbero portare la sua firma. Volendone sapere di più chiede ragguagli ad un amico poliziotto ricevendo la proposta di fare da infiltrato per scoprire cosa e chi si cela dietro il mercato di traffico di droga.

Un ruolo inedito per l’attore siciliano con molti colpi di scena. Al suo fianco Nicole Grimaudo, la moglie che esasperata dai silenzi e dai segreti del marito sempre più coinvolto nell’ingranaggio dal quale non può più tirarsi fuori, metterà fine alla storia d’amore.  Marco conoscerà poi Alessia, interpretata da Claudia Pandolfi e con lei ritroverà la gioia di vivere e la determinazione a portare a compimento il ruolo di infiltrato nel narcotraffico al servizio dello Stato.

Una serie da non perdere.

Chiara Farigu 

domenica 8 novembre 2020

Presidenziali Usa 2020: Joe Biden è il nuovo presidente

Joe Biden, all’anagrafe Joseph Robinette Biden Jr, è il nuovo presidente Usa. La vittoria è giunta nel pomeriggio dopo la conquista della Pennsylvania, che s’aggiunge alla vittoria ottenuta in Nevada e in Arizona, arrivando così a quota 290 grandi elettori.  Ben oltre quindi la quota 270, indispensabile per accedere alla Casa Bianca.

Una vittoria che arriva dopo una campagna elettorale che definire infuocata è un puro eufemismo e dopo giorni caratterizzati da colpi di scena e polemiche ancora in atto.

L’ormai ex presiedente Trump non ci sta e dopo aver rivendicato la sua di vittoria ha denunciato brogli e azioni legali negli Stati che lo hanno visto perdente.

La Commissione elettorale federale ha però smentito tutte le accuse di Trump escludendo qualsiasi forma di pratica fraudolenta.

‘Sarò il presidente di tutti gli americani’ ha dichiarato subito dopo la vittoria Biden, ‘America, sono onorato che tu abbia scelto me per guidare il nostro grande paese. Non tradirò la fiducia che hai riposto in me’.

Biden, 46° presidente Usa ha al suo attivo diversi primati: con i suoi quasi 78 anni (li compirà il 20 novembre) è il presedente più vecchio ma è il più votato di sempre. Nato a Scranton in Pennsylvania nel 1942 da una modesta famiglia di origini irlandesi, ha alle spalle una lunga carriera politica che iniziato da giovanissimo nel ’69 quando viene eletto nel Consigli della sua Contea.

Due anni dopo, all’età di 29 anni, si candida per il Senato come rappresentante dello stato di Delaware. Rimane al Senato fino al 2009, quando verrà scelto dal neo presidente democratico, Barack Obama, come suo vice.

Oggi la sua vittoria più grande e un programma ambizioso da realizzare.

Dalla sanità pubblica da estendere ulteriormente alla fasce della popolazione che ancora non ne usufruiscono alla proposta di rendere gratuiti i college per gli studenti meno abbienti. Ambiente, immigrazione, controllo delle armi e politica estera sono gli altri punti del suo fittissimo programma che ‘il presidente di tutti’ sarà chiamato a realizzare nei prossimi quattro anni di permanenza alla casa Bianca.

Al suo fianco Kamala Harris, 55 anni, già senatrice della California, da oggi vice presidente, la prima donna della Storia degli Stati Uniti.

Chiara Farigu 

martedì 3 novembre 2020

L’ex senatore Verdini andrà in carcere: la Cassazione conferma la condanna

L'ex senatore Denis Verdini è stato condannato definitivamente a 6 anni e mezzo di reclusione nell'ambito del processo sulla bancarotta del Credito cooperativo fiorentino. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che con la sentenza odierna mette la parola fine a un processo che si trascinava da tempo fra rinvii e prescrizioni.

Delusione da parte del suo legale Franco Coppi che ha annunciato che il suo assistito ‘non attenderà il provvedimento e affronterà la situazione costituendosi in carcere’, aggiungendo che Verdini è ‘uomo forte e coraggioso e saprà affrontare anche questa prova’.

Secondo le accuse Verdini avrebbe provocato il dissesto finanziario dell’istituto di credito fiorentino in seguito ad una ‘gestione imprudente ma anche ambiziosa’ attraverso numerose operazioni ‘anomale’ sino ad arrivare al fallimento. A dare il via alle indagini i commissari di Bankitalia che nella loro relazione avevano denunciato gravissime criticità. Il Credito Cooperativo Fiorentino fu commissariato nel 2010, poi dichiarato insolvente e successivamente assorbito da Chianti Banca.

Verdini fu condannato in primo grado a nove anni di reclusione (poi ridotti per alcune prescrizioni legate ai reati di truffa sui fondi pubblici dell'editoria); nel 2018 la Corte di Appello conferma la condanna a sei anni e 10 mesi di reclusione.

Oggi l’ultimo atto con la condanna definitiva a sei anni e cinque mesi.

Per l’ex senatore, 69 anni, uno degli uomini politici più influenti degli ultimi anni, presto si apriranno le porte del carcere

Chiara Farigu 



*Immagine tratta da AdnKronos

mercoledì 28 ottobre 2020

Decreto Ristori: stanziati oltre cinque miliardi per sostenere le categorie penalizzate dal DPCM

Col Decreto Ristori, approvato ieri sera in CdM si vogliono tutelare quelle categorie fortemente penalizzate dai provvedimenti varati nell’ultimo DPCM. In particolare i ristoratori, i proprietari e gestori di palestre e piscine, i lavoratori del mondo dello spettacolo, i commercianti e gli artigiani che, a causa di chiusure anticipate e/o totali, stanno risentendo in modo consistente del calo delle vendite e degli introiti.

Il Presidente del Consiglio, in conferenza stampa ha sottolineato il problema delle diseguaglianze che la pandemia sta creando nel nostro Paese. Disuguaglianze nuove che si vanno ad aggiungere a quelle già esistenti.

Disuguaglianze e malcontenti che  il governo quotidianamente percepisce e recepisce e ai quali cerca di venire incontro con i sostegni economici che periodicamente mette in atto. Come l’odierno che prevede lo stanziamento di oltre cinque miliardiuna massa consistente di risorse’, così lo ha definito il ministro Gualtieri, precisando che il decreto è contrassegnato ‘da rapidità, semplicità ed efficacia’.

Misure economiche bollate come acqua fresca dalle opposizioni viste come un cerotto che vorrebbe frenare un’emorragia, con l’aggravante, sostengono, che si vanno ad aggiungere alle precedenti, molte delle quali ancora oggi non sono arrivate a destinazione.

Da qui l’esasperazione nelle piazze di tutta Italia dopo l’ultimo provvedimento che ha imposto chiusure parziali o totali di molte attività. Per queste ultime il decreto ha stanziato una delle voci più cospicue pari a 2,4 miliardi di  aiuti a fondo perduto, includendo, nel provvedimento anche le imprese con un fatturato superiore ai cinque milioni di euro.

Il contributo a fondo perduto sarà erogato automaticamente già a novembre, ha ribadito Conte, alle oltre 300mila aziende che lo avevano  già percepito in precedenza, direttamente dalle Agenzie delle Entrate mediante accredito sul C/C. Coloro che non avevano fatto domanda nei mesi precedenti potranno inoltrarla adesso e ricevere i contributi a metà dicembre.

‘Per i settori chiusi completamente come palestre, piscine, teatri, cinema, l’importo viene raddoppiato’, ha annunciato il ministro Patuanelli.

Gli altri provvedimenti del decreto:

  • Cancellata 2^ rata IMU dovuta entro il 16 dicembre;

  • Nuovo credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre;

  • Prorogata la cassa integrazione di altri sei mesi;

  • Sospensione dei versamenti contributivi per il mese di novembre per i lavatori agricoli che hanno ridotto per almeno 4 mesi l’attività a causa della pandemia;

  • Indennità specifiche per i lavoratori dello spettacolo e del turismo pari a 1000 euro ciascuno

Chiara Farigu

lunedì 26 ottobre 2020

Nuovo DPCM 25 ottobre: lo stop nonsense di palestre e piscine (e di cinema e teatri)

Non è proprio un nuovo lockdown ma molto ci somiglia.

Un assaggio, dicono diversi analisti, del prossimo e più drastico DPCM. Quando, in virtù dell'inevitabile serrata, torneremo a fare scorta di lievito per impastare pane e pizze e a cantare dai balconi. Sempre ammesso che ritroveremo lo spirito di allora. Quando più o meno convintamente ripetevamo come un mantra 'andrà tutto bene'.

Allora lo sguardo di mio figlio si fece triste ma rassegnato. Lui che all’odore stantio dei tribunali aveva preferito quello pungente del sudore degli allenamenti, in quel primo confinamento fu costretto ad abbassare la saracinesca della palestra (come tutte le attività cosiddette 'non essenziali')  che gestisce col suo socio. In attesa di tempi migliori.

Poi a maggio, quando la curva dei contagi ha puntato verso il basso, con le riaperture, abbiamo ricominciato a sperare. E a lasciarci il peggio alle spalle. C'era la speranza di ricominciare. Di ripartire. Anche con l'aiuto, di là ancora a venire, del sostegno europeo.

L'estate poi ci ha fatto riassaporare la libertà. E tutti, chi più chi meno, ci siamo  illusi di aver sconfitto il mostro. E se qualche grillo parlante osava ammonirci di non abbassare la guardia perché una seconda ondata sarebbe stata non solo inevitabile ma anche più virulenta noi, sprezzanti, gli abbiamo intimato il vade retro, uccellaccio del malaugurio.

Ci siamo ricongiunti, riabbracciati, ri-assembrati. Convinti, che ingenui siamo stati, di averla sfangata. Che  le sofferenze, i bollettini di morte, le serrate, i confinamenti fossero ormai solo un ricordo. Un brutto bruttissimo ricordo. Da archiviare definitivamente. Insieme agli esperti ai comitati alle statistiche e talk show dove si dice tutto e il contrario di tutto. Nessuno o quasi credeva alla seconda maledetta ondata. Che puntualmente ha fatto la sua rentrée dopo la pausa estiva.

Mio figlio, dopo la chiusura forzata, aveva riaperto la palestra. Investendo soldi per sanificare i locali, contingentare gli ingressi,  predisporre i dispositivi sanitari come da protocollo.  Per poter garantire il distanziamento tra gli iscritti si era dovuto disfare di diversi macchinari, e fare a meno  di alcuni collaboratori. Aiutato soprattutto dalla sua famiglia stava poco alla volta risalendo la china. Con fatica e molti sacrifici.

Ieri con l’ultimo DPCM, la nuova mazzata: il governo impone, tra gli altri provvedimenti anti-covid  la chiusura di palestre e piscine. Nonostante nessun focolaio sia stato registrato in questi luoghi.  E nonostante molti studi abbiamo attestato  quanto l’esercizio fisico, praticato in maniera regolare, contribuisca a rafforzare il sistema immunitario. In palestra non si va solo per pompare i muscoli. Si va per la ginnastica posturale, quella riabilitativa, gli esercizi di rilassamento e corsi vari di pratiche sportive per giovani e meno giovani. Eppure nell’immaginario collettivo le palestre continuano a portarsi dietro stupidi pregiudizi duri a morire.

Ieri lo sguardo di mio figlio era iniettato di sangue. Non più  rassegnazione ma rabbia. E voglia di spaccare tutto. Difficile dargli torto. Difficile non comprendere che quella saracinesca potrebbe non alzarsi più. Già diversi iscritti, durante il confinamento, si erano organizzati acquistando macchinari usati da utilizzare in casa, altri poi si sono dati al jogging, altri ancora si sono proprio ‘dati’, nel senso che sono evaporati, spariti. Del resto, quando il portafoglio piange, lo sport è percepito come un lusso. Un lusso di cui si può e si deve fare a meno. Da riprendere semmai quando quest’incubo finirà. Sempre ammesso che finirà.

Quello sguardo non mi abbandona. Mi segue dappertutto. Ci leggo la preoccupazione per il futuro di suo figlio di soli 10 anni, per le scadenze che a dispetto del lockdown arrivano puntuali, per lo spettro del fallimento dell’attività sempre più reale e incombente.

Come lui non mi capacito.

E mi domando se chi doveva provvedere abbia davvero agito ‘in scienza e coscienza’ o se la scelta di far pagare il conto solo ad alcune categorie non sia il frutto di uno scontro politico come riportato dai media nei giorni scorsi. E che a prevalere sulla decisione di chiudere palestre e piscine così come di cinema e teatri, altro stop nonsense, ci siano più motivazioni di carattere politico che scientifico. Dal momento che proprio in questi luoghi  dove sono stati adottati e messi in pratica più che altrove tutti i protocolli sanitari e di distanziamento, non sono stati registrati casi di positività o focolai di nessun genere.

Uno stop che a dir poco lascia perplessi. Che mette ulteriormente in ginocchio categorie già fortemente penalizzate. Un' ulteriore chiusura che poco o niente contribuirà a contenere la curva dei contagi.  Un DPCM che ha tutta l'aria di un  nuovo confinamento. Perché se non è proprio un nuovo lockdown  molto ci somiglia

Chiara Farigu



*Immagine tratta da La Repubblica

venerdì 23 ottobre 2020

C'è aria di lockdown ma Conte resiste. Al momento

C'è aria di serrata. La si respira un pò dovunque. Le misure prese sono acqua fresca ed appellarsi al senso di responsabilità di giovani e non solo lascia il tempo che corre, è questo il sentiment comune.

Da Nord a Sud è un proliferarsi di nuove ordinanze con misure restrittive da far impallidire quelle prese dal governo centrale. Ai provvedimenti varati dai presidenti di regione si aggiungono poi le norme emanate dai sindaci per contenere arginare vietare … chiudere.

E’ di oggi poi l’appello di 100 scienziati al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio per chiedere misure drastiche entro due massimo tre giorni per evitare, sostengono, centinaia di decessi per covid19: ‘Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso e urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19’, scrivono i cento, i quali fanno riferimento alle stime diffuse dal fisico Giorgio Parisi, secondo le quali il raddoppio nei decessi che si sta osservando ogni settimana potrebbe portare in breve a 400-500 morti al giorno.

Misure drastiche o sarà una vera e propria strage. Non solo, ribadiscono gli scienziati. Più tempo si aspetta più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure e durare più a lungo. Mentre prendere subito misure drastiche ma efficaci serve a scongiurare un numero consistente di decessi e al contempo a salvaguardare l’economia e i posti di lavoro.

Un appello che sta facendo discutere. Le richieste di misure stringenti arrivano da più parti, De Luca chiede al governo che fermi la mobilità tra Regioni ma Conte frenaDobbiamo escludere un lockdown generalizzato. Rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario’, risponde a chi gli chiede serrate immediate.

Lo spettro di un nuovo lockdown, benché  aleggi prepotente, al momento è scongiurato. Sarebbe un disastro totale per l’economia

Chiara Farigu

mercoledì 21 ottobre 2020

Papa Francesco apre alle unioni civili: tutti hanno diritto a una famiglia

Ancora una volta un passo avanti Papa Francesco.  Sempre al fianco di chi soffre, di chi vive nelle ristrettezze, di chi scappa da guerre e da miserie per ritagliarsi un angolo di mondo. Al fianco di chi lotta per vedersi riconoscere i propri diritti, come le coppie omosessuali, ancora oggi discriminati e spesso oggetto di violenze  dovuti ai pregiudizi duri a morire.

Si alle unioni civili, ha dichiarato oggi il Pontefice, le persone omosessuali hanno diritto ad una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo’.

Una posizione ‘rivoluzionaria’, che arriva in seguito a lunghi dibattiti all’interno della Chiesa  (e non solo) contenuta all’interno del documentario di  Evgeny Afineevsky, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma.

Non è la prima volta che Bergoglio si schiera apertamente a favore delle persone omosessuali.  ‘Chi sono io per giudicare i gay’? ebbe a dire ai giornalisti che lo intervistavano durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro nel luglio del 2013. Aggiungendo che ‘il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte’.

La Chiesa è accoglienza, ricorda ancora una volta Bergoglio, siamo tutti figli di Dio e tutti abbiamo diritto ad avere una famiglia.  Il Si alle unioni civili non vuole essere una sovrapposizione con l’istituto del matrimonio ma un modo per ufficializzare la libera volontà di unirsi civilmente da parte di due persone. Per vedersi riconosciuti tutti i diritti che ne conseguono. Senza più discriminazioni distinzioni  esclusioni

Chiara Farigu



*IMMAGINE PIXABAY

La nonna paterna? Una nonna a metà (con poche eccezioni)

  Essere nonne è un dono meraviglioso che la vita riserva a chi ha avuto la gioia di essere prima mamma. E’ come diventare madri una seconda...