Il tasso di analfabetismo a quei tempi era molto elevato, troppi ancora apponevano la croce come firma nei documenti e i più non andavano oltre i dialetti regionali. Un compito arduo per il Maestro che s’apprestava a istruire un’Italia allora in cerca di riscatto sociale e culturale.
Già nel titolo ‘Non è mai troppo tardi’ l’ambizioso programma che, andato in onda sino al ’68 contribuì a far prendere la licenza elementare a oltre un milione e mezzo di uomini e donne. Garbato, paziente e soprattutto determinato a togliere dall’analfabetismo dilagante quante più persone possibili, seppe motivare quell’Italia che guardava con speranza al futuro. E che per farlo necessitava degli strumenti giusti, l’istruzione in primis. La chiave per accedere a tutto al resto.
Prima di cena le famiglie accendevano la tv e seguivano la lezione del Maestro Manzi. Il quale proponeva parole nuove che spiegava con l’ausilio di semplici disegni che tratteggiava velocemente col carboncino sui quei fogli che prendevano forma e vita in quelle case dove timidamente faceva capolino l’istruzione.
‘Ogni parola in più che s’impara contribuisce a renderci liberi’, ripeteva il Maestro. Liberi di pensare con la propria testa, liberi di decidere del proprio destino. Un antesignano dell’insegnamento moderno. Un innovativo. Riluttante ai metodi educativi del tempo che si basavano essenzialmente sul nozionismo, prediligeva una didattica creativa, interattiva, per aiutare l’individuo a liberarsi dai conformismi e a formarsi una mente critica.
Un antesignano della didattica a distanza. Oltre 500 le lezioni ‘da remoto’ come si dice oggi per la DAD che ha preso il posto della didattica in presenza per motivi sanitari.
Un Maestro con la M maiuscola. Un messaggio che non invecchia il suo. A dispetto dei 60 anni dalla prima lezione andata in onda proprio oggi 15 novembre
Chiara Farigu
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