‘A Cuba si sta scrivendo la storia’. È quanto sostiene Nicola Fratoianni in un post pubblicato sul suo profilo Fb, dedicato alla pandemia e in particolare ai vaccini Sars-Covid19.
‘Grazie a decenni di investimenti in sanità e ricerca -scrive- hanno sviluppato 5 vaccini contro il covid: efficaci, sicuri e completamente finanziati con fondi pubblici. E nonostante l’embargo economico.
Le vaccinazioni sono iniziate in estate e oggi circa il 90% della popolazione ha ricevuto la prima dose. I contagi sono in forte calo e i morti tendono a zero.
E sta anche iniziando la produzione e distribuzione in altri paesi che ne hanno chiesto l’utilizzo.
Una grande lezione di solidarietà e umanità. La dimostrazione che è possibile mettere il bene pubblico e la salute collettiva di fronte al profitto dei privati.
Noi invece siamo ancora qui a discutere di terze dosi, mentre di sospendere i brevetti non se ne parla nemmeno’, conclude il leader di Sinistra Italiana. Domandandosi, speranzoso: E se provassimo ad imparare qualcosa da questo meraviglioso esempio?
Un auspicio più che una domanda. Perché sappiamo bene che da questo ‘meraviglioso esempio’ non impareremo niente così come dalla pandemia non ne stiamo uscendo migliori.
Che il cuore di Cuba fosse grande lo abbiamo toccato con mano quando nel pieno della crisi sanitaria, decine di medici cubani, esperti in malattie infettive, vennero in soccorso dei colleghi italiani allora alle prese con i reparti di terapie intensive al collasso e sfiancati dalle complicanze di un virus di cui si sapeva poco e niente. Ma che mieteva vittime a più non posso.
Furono i primi ad arrivare e a portare solidarietà nelle zone più colpite dal virus. Crema, Bergamo e altre città del Nord Italia.
La parte più bersagliata a inizio pandemia.
Un gesto non solo umanitario ma anche professionale che fin da allora ci fece capire che dalla pandemia, così come dalla crisi economica che ne è conseguita, si esce solo se stiamo tutti insieme. In caso contrario non ne usciremo mai, ammonisce spesso Papa Giovanni. L’unico, tra i potenti della terra, a rivendicare l’esigenza di un’economia dal volto umano e a chiedere ai colossi della finanza di condonare i debiti contratti dagli Stati contro l’interesse dei loro popoli, così come l’unico, o quasi a chiedere seppur ‘in nome di Dio’ di liberalizzare i brevetti. Così che possano essere a disposizione di tutti i popoli, in special modo di quelli più poveri.
La liberalizzazione dei brevetti a Cuba va in questa direzione. Che ancora un volta fa da apripista.
La variante Omicron sudafricana (e le prossime che prepotentemente cercheranno di ‘bucare’ le terze, quarte, quinte e chissà quante altre dosi iniettate nel cosiddetto mondo opulento) ne sono la prova provata.
Domandarsi cosa aspettiamo ancora non necessita risposte. Ma atti concreti. In caso contrario, non ne usciremo mai.
Chiara Farigu
*Immagine web
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