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ra qualche ora gli oltre 500mila maturandi italiani si apprestano a vivere la loro ‘notte prima degli esami’. Probabilmente senza quei patemi che hanno caratterizzato le generazioni passate quando la ‘maturità’ era veramente un momento cruciale, lo spartiacque che di colpo li proiettava nell'età adulta. Era la notte delle crisi di panico, del terrore di non aver tutto sotto controllo, della paura di non ricordare quanto si era studiato e ripetuto sino alla sfinimento ma anche della baldanza del ‘o la va o la spacca’ di chi è da sempre avvezzo a prendere tutto con leggerezza.
C’è una vasta letteratura a riguardo, Venditti ne ha fatto uno dei suoi maggior successi canori, anche il cinema ha raccontato sconvolgimenti e cialtronerie legate alla “notte prima degli esami”.
Per i maturandi di domani le ansie, se ci sono, sono di altra natura. Il loro esame, in presenza e, per l’eccezionalità del momento, in versione light, ha caratteristiche completamente differenti. Uniche nel loro genere, perché dettate dall'emergenza coronavirus. Niente prove scritte, solo un maxi-orale delle durata più o meno di un’ora a candidato con la discussione di un elaborato interdisciplinare.
La commissione, anch'essa unica nel suo genere, è composta esclusivamente di sei membri interni, scelti direttamente dai singoli consigli di classe che dovranno comprendere i docenti di italiano e delle materie delle seconde prove previste per ciascun indirizzo.
I presidenti, invece, saranno esterni.
Una vera via crucis per il Miur la formazione delle commissioni dopo le tante rinunce da parte dei docenti preoccupati, anche per via dell’età, di possibili nuovi focolai vista l’emergenza sanitaria ancora in atto. Soprattutto in alcune regioni del Nord.
Diverse le regole da rispettare. Dalla mascherina al distanziamento tra studenti e docenti di almeno due metri.
Ingressi scaglionati e modulo di autocertificazione col quale ogni candidato dovrà dichiarare l’assenza di sintomatologia respiratoria o di febbre superiore a 37.5 nel giorno dell’esame e nei tre giorni precedenti. Ma anche di non essere stato in quarantena o in isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni e di non essere stato a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni.
Previsti colloqui da remoto per studenti immunodepressi o con disabilità.
A cambiare anche la valutazione. Espressa sempre in centesimi, per superare l’esame il candidato dovrà totalizzare almeno 60 punti, tra crediti e prova orale che vale in totale 40 punti.
Una maturità in presenza fortemente voluta dalla ministra Azzolina. A dispetto delle numerose critiche che l’hanno accompagnata. E dei diversi comitati nati per contrastarla. ‘Non vogliamo fare da cavie’, questo lo slogan di molti studenti che avrebbero preferito colloquiare da remoto piuttosto che rischiare una nuova impennata dei contagi.
Una maturità che ha fatto discutere e che tanto farà discutere ancora. Ma che comunque vada lascerà un segno. Un ricordo indelebile legato all’eccezionalità dell’emergenza sanitaria.
Una maturità in presenza. Per dire anche la scuola riparte. Finalmente!
Chiara Farigu
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