il blog di chiarafarigu

sabato 4 luglio 2020

GRAZIANO MESINA IRREPERIBILE DOPO LA CONDANNA DEFINITIVA

 

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 giugno dello scorso anno Grazianeddu, ex Primula Rossa del banditismo sardo, veniva rimesso in libertà. Dopo sei anni di carcere nel penitenziario di massima sicurezza di Bad’ e Carros. Con l’accusa di essere a capo di un'organizzazione di traffico internazionale di droga.

Un colpo di scena, la sua scarcerazione. Uno dei tanti che hanno caratterizzato la sua lunga e travagliata vita di 'balente'  che lo aveva di colpo riportato agli onori della cronaca. Scarcerato per decorrenza dei termini. Poiché i giudici della Corte di Appello di Cagliari non avevano mai depositato le motivazioni della sentenza.

Tornava a casa, a Orgoloso. In libertà vigilata con l'obbligo di firma presso la caserma dei CC. e di dimora dalle 22 alle 6 del mattino.

Ieri l’ennesimo colpo di scena. La Corte di Cassazione respinge il ricorso presentato  dai suoi legali contro la condanna in appello a 30 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. La condanna pertanto diviene definitiva e Mesina deve tornare in carcere.

L’ex ‘balente’ però, a differenza di un anno dalla condotta irreprensibile, non si presenta in caserma dove ha l’obbligo di deporre la firma. E quando i carabinieri bussano alla sua abitazione con l’ordine di arresto non trovano nessuno. L’ex bandito è tutt'ora irreperibile.
Avrebbe lasciato la sua dimora diverse ore prima che la Cassazione si pronunciasse. Ne presagiva probabilmente l’esito della sentenza che lo avrebbe riportato in carcere. Carcere che conosce fin troppo bene. Dei suoi 78 anni ne ha trascorso quasi 40 dietro le sbarre. Uno dei pochi, forse l'unico, ad essere stato in carcere per 4 lunghi decenni. Nel 2004, l’allora Presidente della Repubblica Ciampi gli concesse la grazia. Anche allora fece ritorno nella sua Orgoloso.  Deciso a intraprendere una vita di riscatto umano e sociale dopo aver pagato il conto con la ‘giustizia’.

Passano pochi anni e tutto precipita di nuovo. Su  l’ex ‘balente’ pendono accuse ben più terribili e infamanti di quelle che avevano fatto di lui il bandito sardo (e non solo) più famoso.  Macchiandosi di reati riconducibili a vendette/regolamenti di conti per torti subiti, o ritenute tali, tipiche del codice barbaricino di cui era stato figlio e testimone. Stavolta l’accusa era di essere invischiato in un traffico di droga internazionale ed essere addirittura il capo dell'organizzazione.

Una macchia indelebile. Inaccettabile anche per quanti, nonostante i reati commessi, avevano guardato con una certa indulgenza alla sua travagliata esistenza.

Ora è ufficialmente ricercato dalle forze dell’ordine. ‘Non ha soldi né passaporto: mai avrei pensato potesse sparire.  Sono stata con lui fino alle 16 di giovedi- racconta il suo legale, Luisa Venir. Era tranquillo, di buon umore  e pieno di speranze. Nulla poteva farmi pensare che volesse sparire  dalla scena e deve dire che saperlo mi preoccupa’.
‘Non so dove possa essere’, afferma la sorella.

Di Mesina nessuna traccia. C’è chi sostiene che abbia addirittura lasciato l’isola. Nascondersi nel Supramonte, come ai tempi d’oro quando era il latitante più ricercato d’Italia, sostengono, non è compatibile con i suoi quasi 80 anni. E il fisico non più agile di  un tempo.

Una latitanza disperata. Un triste epilogo di una vita che non ha saputo e forse voluto riscattare. Per viverne serenamente almeno l’ultimo scorcio. Nella sua Orgoloso che lo ha sempre accolto come un figlio da proteggere. Anche da se stesso

Chiara Farigu 

 
ORGOSOLO- By Roberto Mura - https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=85024319


venerdì 3 luglio 2020

C'ERA UNA VOLTA IL COMPAGNO DI BANCO


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ariella  abitava a 100 metri da casa mia eppure la vidi per la prima volta quel primo giorno di scuola. Fu quando la maestra, dopo aver fatto l’appello, ci mise vicine nello stesso banco. Ci piacemmo subito. Diverse e complementari. Suo padre era il sindaco del paese a quei tempi, il suo cognome era preceduto da ‘Cavaliere’, cosa incomprensibile per una bambina come me che mai lo aveva visto andare a cavallo.
A casa sua c’era già la televisione, a casa mia sarebbe arrivata qualche anno più tardi. La tv dei ragazzi la vedevo da Mariella, con lei facevo i compiti e la merenda. La mattina bussavo al suo portone e insieme andavamo a scuola.
Strada facendo si aggiungevano altre compagne, avevamo il grembiule nero e il fiocco che cambiava colore in base alla classe frequentata. Le più vezzose sfoggiavano colletti bianchi lavorati all'uncinetto, altre colletti impreziositi dalle iniziali ricamate da mani sapienti.
Dopo Mariella ci sono state Maura, Bruna, Cristina, Enza. Mariella però è stata speciale. E’ stata l’amica del cuore. A lei confidavo ansie aspettative e momenti felici. Lei faceva lo stesso. Dopo essere state insieme interi pomeriggi a raccontarci di tutto e di più, la sera riempivamo fogli di quaderno di dettagli che ci erano sfuggiti o che volevamo approfondire.
Chissà, senza quel banco forse le nostre anime non si sarebbero mai incontrate. Dobbiamo molto a quello scrittoio a due posti che odorava di legno, quello vero, io e Mariella. Gli dobbiamo la nostra amicizia. Gli anni più belli. Quelli dell’ingenuità, della spensieratezza, del futuro da disegnare.
Banco che oggi potrebbe sparire. Per far posto a uno pseudo seggiolone-scrittoio con le rotelle adatto a mantenere le distanze tra uno studente e l’altro. O, per dirla col CtS che detta le regole, per distanziare le cosiddette ‘rime buccali’, principali vettori di contagio. Come le misure anti-covid impongono. Conditio sine qua non per la riapertura delle scuole in sicurezza.
Distanziamento che di per sé manda in soffitta la figura mitica del compagno di banco. Ovvero di colui o colei che poi finiva per diventare se non proprio il migliore amico di certo il migliore alleato/supporter durante le interrogazioni o i compiti in classe. Ma anche il complice ideale di scorribande scolastiche e bravate tipiche dell’età.
Logica vorrebbe che il numero degli alunni per classe venisse dimezzato e quello dei docenti raddoppiato. In quanto agli spazi, lo ribadisce a più riprese la ministra, ci sarebbero gli istituti dismessi per accogliere tutti in sicurezza. La logica però si scontra con altre logiche. Il vil denaro, in primis. Che per la scuola, sebbene se ne stanzino, sono sempre dannatamente insufficienti.
Molto più comodo affidarsi a soluzioni di emergenza piuttosto che risolvere il problema una volta per tutte. Come l’edilizia scolastica leggera (ovvero installare pannelli divisori nei corridoi, giardini, palestre e ovunque si possano ‘creare’ nuove aule a dispetto di altri spazi altrettanto fondamentali per le attività didattiche e la socializzazione, o i seggioloni monoposto per scongiurare assembramenti.
Io e come tante generazioni di studenti la mia Mariella l’ho avuta. E ringrazio quel banco e il buon Dio per avermela data. Quanti d'ora in poi potranno dire lo stesso?
C’era una volta il compagno di banco. Potrebbe essere questo l'incipit di una futura storia da raccontare ai bambini del post-covid
Chiara Farigu

domenica 28 giugno 2020

SCUOLA. INSIEME MA DISTANTI DALLE 'RIME BUCCALI'

 

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l'imperativo nella cosiddetta ‘fase 2’ per la riapertura di negozi, ristoranti, uffici, stabilimenti balneari e attività aperte al pubblico era assicurare il distanziamento sociale tra tavoli sedie scrivanie ombrelloni, nella ‘fase 3’ per la riapertura della scuola si cambia.

Accantonato il distanziamento dei banchi, peraltro quasi mai singoli, il Miur, dopo le rimostranze dei capi d'istituto del ‘banchetto dove lo metto’ sforna quello delle ‘rime buccali’. Diventata dopo pochi minuti la parola più cliccata su google. Seconda solo a 'congiunti' che tutt'ora non schioda dalla prima posizione.

Dire ‘bocca’ sarebbe stato troppo prosaico, soprattutto se riferito al distanziamento dei luoghi di cultura per eccellenza come la scuola. Decisamente più in carattere e soprattutto più cult chiamare ‘rime buccali’ quelle fessure tra le due guance che oltre al linguaggio verbale la dicono lunga su quello emozionale.


Se poi aggiungiamo che distanziare le ‘rime buccali’ (per le mascherine, si vedrà...) consente di risparmiare spazio rispetto alla divisione di banchi e studenti, ben venga la citazione aulica. Del resto il CtS è lì anche per questo, o no?

Vuoi vedere che zitti zitti hanno trovato il modo di eliminare, si fa per dire, le ‘classi pollaio’, spostando, smistando dieci studenti qui, dieci là all'insegna di ‘Insieme ma distanti dalle rime buccali?

A pensar male….

venerdì 26 giugno 2020

LA FASE 3 DEI BAMBINI: AL MARE IN LIBERTÀ. E POI?

 
Li vedo saltare correre fare castelli di sabbia. Sono allegri spensierati pieni di vita. Com'è giusto che sia. I bambini e le bambine dopo la forzata reclusione covidiana si stanno riprendendo i loro spazi. I loro momenti di socialità. Indispensabili per una sana e armoniosa crescita al pari del cibo. E dell'istruzione. Non può esserci l'uno senza l'altra.
Osservarli mentre si riappropriano del sacrosanto diritto al movimento, all'aria aperta, all'attività ludica, alla compagnia dei loro pari è un piacere indescrivibile. Li osservo con gli occhi dell'insegnante che c'è in me. Che ha condiviso con loro sensazioni ed emozioni irripetibili.
Ricordi indelebili.
Pronti a riaffiorare ogni qualvolta il cassetto dei ricordi viene sollecitato.
Il loro vociare è un sound melodioso. Non c'è niente di più bello che vedere Mattia Alberto Marianna Valentina Ciccio e Camilla, tanto per citare i nomi che rimbalzano da un ombrellone all'altro, dare libero sfogo alla loro creatività. In questo habitat naturale che di per sé è sinonimo di libertà. Da orari imposizioni e limitazioni di ogni sorta.
Mi domando che ne sarà di loro quando tutto questo sarà solo un ricordo. Quando, col rientro a scuola, dovranno guardare di nuovo con 'sospetto' quel compagno che si avvicina più del dovuto e tenere a distanza ogni slancio di socialità.
Mi domando quanto possa influire negativamente sul loro delicato equilibrio psico-fisico dover reprimere emozioni da condividere come abbracciare un amichetto o dare un bacio alla loro maestra.
Ricordo che tra i desideri reconditi di molti bambini durante la pandemia c'era appunto quello di poter riabbracciare la loro insegnante appena fosse tutto finito. Sono stati proprio loro, coi loro disegni e i loro racconti, a mettere in evidenza, e a confermare una volta per tutte che non c'è didattica a distanza che tenga. Che nessun software, per quanto utile,  potrà mai sostituire il calore di un abbraccio.
E mentre continuo ad osservarli smetto di farmi domande. Le risposte sono nei loro occhi
Chiara Farigu
Anzio, La Scialuppa. Foto Chiara Farigu
 


 


 

 


mercoledì 24 giugno 2020

SCUOLA: NELLE LINEE GUIDA PER IL RIENTRO A SETTEMBRE DI TUTTO E DI PIÙ. CONFUSIONE COMPRESA



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 momento 
sono solo una bozza ma tutto lascia presupporre che le cosiddette ‘linee-guida’
 per il rientro a scuola a settembre siano decisioni già prese dalle quali non si torna indietro. Se non per piccoli aggiustamenti dopo l’ok di regioni ed enti locali che dovranno renderle operative.
Al loro interno una serie di indicazioni piuttosto generiche e, diciamolo pure, alquanto confuse che vanno dall'organizzazione didattica alla formazione del personale, il tutto condizionato all'andamento epidemiologico.
Due le ipotesi: se i contagi rimangono sotto controllo si procede con la didattica in presenza, se, al contrario, i numeri dovessero impennarsi si torna alla Dad, com’è stato in fase emergenziale. Didattica a distanza che dovrebbe comunque restare per gli istituti di scuola media secondaria di secondo grado.
Il Miur, di concerto con il CtS, suggerisce invita propone. Di fatto passa la patata bollente agli istituti scolastici che in virtù dell’autonomia di cui godono possono e devono stabilire come meglio organizzarsi utilizzando spazi e risorse a loro disposizione.
Possono, suggeriscono le Linee-guida, riconfigurare le classi in più gruppi di apprendimento, accorpando o dividendole in gruppi anche eterogenei per classi ed età e ambienti diversi. Che vanno dall’aula alla palestra o al giardino. Ma anche in spazi esterni alla scuola messi a disposizione dalle amministrazioni comunali, come cinema palestre e teatri.
Flessibilità massima negli orari. Per consentire la formazione di turni, anch’essi differenziati per fasce d’età e bisogni educativi. Orario che può essere spalmato in sei giorni, sabato compreso onde evitare assembramenti.
Per i dispositivi di sicurezza da utilizzare (mascherine/distanziamento di sicurezza) fanno fede al momento le linee emanate in precedenza dal CtS, che sono però in fase di aggiornamento.  Niente mascherine per i bambini della scuola d’infanzia,  visiere trasparenti per i docenti per agevolare un contatto ravvicinato.
Torna l’educazione civica come disciplina obbligatoria per tutti i gradi d’istruzione, a partire dall’infanzia con almeno 33 ore all’anno. Questa, al momento, l’unica certezza. Per tutto il resto si vedrà si deciderà si stabilirà.
Virus e risorse permettendo.
I capi d’istituto ai quali è stata demandata ogni responsabilità organizzativa sono già sul piede di guerra.
Dividere per gruppi accorpare smistare senza avere un solo insegnante in più e, per giunta a caccia di nuovi spazi educativi sul territorio, li mette alla stregua di novelli maghi con la bacchetta spuntata.
Il numero di alunni per classe è rimasto quello di sempre compreso gli spazi con cui fare i conti.
In quanto ai precari storici, idem come sopra.
La pandemia poteva e doveva trasformarsi in una grande opportunità per la scuola in questa fase. A partire dall’edilizia scolastica che, superfluo persino rimarcarlo, è troppo spesso fatiscente e al limite di ogni norma di sicurezza. L’abbandono scolastico, la povertà educativa, l’analfabetismo di ritorno, valori all’ordine del giorno solo in campagna elettorale di ogni schieramento politico, si possono combattere solo assicurando percorsi didattici personalizzati e in piccoli gruppi.
L’eliminazione delle cosiddette ‘classi pollaio’ ancora una volta vengono rimandate sine die. Per farlo occorrono coraggio e risorse. Attualmente mancano l’uno e le altre. Ma soprattutto a mancare è la visione di scuola come agenzia di formazione delle generazioni future. L’ennesima opportunità mancata
Chiara Farigu
 

lunedì 22 giugno 2020

'MI VUOI SPOSARE'? LEI ACCETTA MA DOPO DUE GIORNI MUORE


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uesta 
che segue è una storia d'amore di un romanticismo che fa vibrare ogni parte del corpo. Ma è anche maledettamente una delle più tristi in senso assoluto.

A raccontarla è uno dei due protagonisti, Edoardo, nel suo profilo Facebook. O meglio il video che il giovane, dopo aver girato, posta nel diario. Le immagini mostrano Edoardo entrare in ospedale per arrivare nella stanza dove da tempo è ricoverata Chiara, la donna che ama. Il passo è deciso, la voce invece è rotta dall'emozione, abbassa la mascherina e con fare misterioso tira fuori una piccola scatola blu: ‘E' da un po' che volevo dirtelo, poi rimanda rimanda … mi vuoi sposare?’
 

Lei lo guarda incredula, gli occhi dapprima spenti e gonfi dalle troppe terapie a cui è sottoposta per via di quel tumore al seno che da due anni è diventato il terzo maledetto incomodo in quella loro storia, di colpo si accendono. E dopo qualche titubanza accetta.

Per Chiara saranno due giorni di felicità. Due giorni in cui è facile intuirlo avrà studiato ogni dettaglio di quel giorno. Al braccio del padre che la conduce all'altare. Dove ad attenderla c’è lui, Edoardo. Che non si è mai arreso né le ha mai mostrato la sua paura di perderla.

Due giorni per dirsi ‘ti amo’ tante e tante volte ancora. Fino a quando Chiara, ormai sopraffatta dal mostro gli chiede scusa ‘non ho le forze di essere più felice di così’.

Aveva 35 anni Chiara. Ieri, alla Collegiata di Fucecchio (FI) per il suo funerale tanti palloncini bianchi e tanti amici per regalarle l’ultimo saluto.

‘Durante la malattia, non sei mai stata triste. Non perché non capissi la situazione, ma perché sapevi che la tua tristezza mi avrebbe inevitabilmente contagiato. E hai sempre sorriso e lottato e brillato’, racconta ancora Edoardo.

Una storia che ha fatto il giro del web per l'intensità e la drammaticità che la caratterizza. Sebbene a mancare  sia quel 'vissero felici e contenti' che magicamente trasforma una qualsiasi storia in favola.
 

Non stavolta però. In quei due giorni c’è più di una favola. Basta saperla leggere con gli occhi giusti. E col cuore sgombro. Gli stessi dei due protagonisti

Chiara Farigu

martedì 16 giugno 2020

MATURITÀ 2020. DA DOMANI IL MAXI-COLLOQUIO CON MASCHERINA E DISTANZIAMENTO

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ra qualche  ora gli oltre 500mila maturandi italiani si apprestano a vivere la loro ‘notte prima degli esami’.  Probabilmente senza quei patemi che hanno caratterizzato le generazioni passate quando la ‘maturità’ era veramente un momento cruciale, lo spartiacque che di colpo li proiettava nell'età adulta. Era la notte delle crisi di panico, del terrore di non aver tutto sotto controllo, della paura di non ricordare quanto si era studiato e ripetuto sino alla sfinimento ma anche della baldanza del ‘o la va o la spacca’ di chi è da sempre avvezzo a prendere tutto con leggerezza.
C’è una vasta letteratura a riguardo, Venditti ne ha fatto uno dei suoi maggior successi canori, anche il cinema ha raccontato sconvolgimenti e cialtronerie legate alla notte prima degli esami”.
Per i  maturandi di domani le ansie, se ci sono, sono di altra natura. Il loro esame, in presenza e, per l’eccezionalità del momento, in versione light, ha caratteristiche completamente differenti. Uniche nel loro genere, perché dettate dall'emergenza coronavirus. Niente prove scritte, solo un maxi-orale delle durata più o meno di un’ora a candidato con la discussione di un elaborato interdisciplinare.
La commissione, anch'essa unica nel suo genere, è composta esclusivamente di sei membri interni, scelti direttamente dai singoli consigli di classe che dovranno comprendere i docenti di italiano e delle materie delle seconde prove previste per ciascun indirizzo.
I presidenti, invece, saranno esterni.
Una vera via crucis per il Miur la formazione delle commissioni dopo le tante rinunce da parte dei docenti preoccupati, anche per via dell’età, di possibili nuovi focolai vista l’emergenza sanitaria ancora in atto. Soprattutto in alcune regioni del Nord.
Diverse le regole da rispettare. Dalla mascherina al distanziamento tra studenti e docenti di almeno due metri.
Ingressi scaglionati e modulo di autocertificazione col quale ogni candidato dovrà dichiarare l’assenza di sintomatologia respiratoria o di febbre superiore a 37.5 nel giorno dell’esame e nei tre giorni precedenti. Ma anche di non essere stato in quarantena o in isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni e di non essere stato a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni.
Previsti colloqui da remoto per studenti immunodepressi o con disabilità.
A  cambiare anche la valutazione. Espressa sempre in centesimi, per superare l’esame il candidato dovrà totalizzare almeno 60 punti, tra crediti e prova orale che vale in totale 40 punti.
Una maturità in presenza fortemente voluta dalla ministra Azzolina. A dispetto delle numerose critiche che l’hanno accompagnata. E dei diversi comitati nati per contrastarla. ‘Non vogliamo fare da cavie’, questo lo slogan di molti studenti che avrebbero preferito colloquiare da remoto piuttosto che rischiare una nuova impennata dei contagi.
Una maturità che ha fatto discutere e che tanto farà discutere ancora. Ma che comunque vada lascerà un segno. Un ricordo indelebile legato all’eccezionalità dell’emergenza sanitaria.
Una maturità in presenza. Per dire anche la scuola riparte. Finalmente!
Chiara Farigu
 

venerdì 12 giugno 2020

‘FAMILY ACT’: ASSEGNO UNIVERSALE PER I FIGLI, CONGEDO PARENTALE E DETRAZIONI FISCALI



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isco verde dal Consiglio dei Ministri al ‘Family Act’, il disegno di legge delega a sostegno della  famiglia a firma Elena Bonetti, ministra delle Pari Opportunità.


Diverse e importanti le novità contenute.

A cominciare dall'assegno universale mensile da erogare indistintamente a tutti i nuclei familiari con figli (la quota sarà determinata in base all’Isee) dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 18° anno del figlio. Nessun limite di età per i figli disabili.

L’assegno, recita il provvedimento, in caso di figli successivi al primo, sarà maggiorato del 20% e non concorrerà alla formazione del reddito imponibile .

Previsti bonus per minori affetti da patologie fisiche, compresi i disturbi dell’apprendimento, per l’acquisto di libri scolastici, gite scolastiche, iscrizione ad associazioni sportive, corsi di lingua arte e musica.

L’art. 4 della normativa potenzia e disciplina  i congedi parentali attualmente in vigore. Prevedendo almeno 10 giorni di congedo di paternità obbligatorio nei primi mesi dalla nascita del figlio (a prescindere dallo stato civile del genitore). E permessi retribuiti di almeno 5 ore nell'arco dell’anno scolastico per i colloqui con gli insegnanti, dietro preavviso al datore di lavoro.

La legge delega riordina rafforza e incentiva il lavoro femminile. Previste deduzioni fiscali delle spese sostenute per baby-sitter, addetti ai servizi domestici o assistenza di familiari con deficit di autonomia, assunti con contratto di lavoro.

Prevista l’incentivazione al telelavoro per chi ha figli con età inferiore ai 14 anni e misure premiali per i datori di lavoro che promuovano l’armonizzazione tra vita privata e lavoro.

Uno sguardo infine alle giovani coppie a agli studenti fuori sede. Previsti sostegni per i contratti d’affitto per la prima casa per i primi, a patto che almeno uno dei due non abbia superato i 30 anni alla presentazione della domanda. Sostegno per acquisto libri universitari e contratto d’affitto per i secondi.

Misure importanti che ora dovranno avere il beneplacito del Parlamento prima di entrare in vigore.

Un testo composto da 8 articoli per mettere al centro ‘la genitorialità’, contrastare la denatalità e favorire la crescita dei bambini e giovani, conciliando, per quanto possibile, famiglia e lavoro, soprattutto quello femminile, precisa il premier Conte nella conferenza stampa al termine del CdM.

Un piano ambizioso e al contempo irto di ostacoli, il percorso parlamentare potrebbe non solo apportare modifiche ma anche allungarne il varo definitivo. In virtù di questo la bozza prevede come data ultima il 30 novembre, affinché i sussidi arrivino a destinazione fin dai primi giorni del 2021.

Un fiore all'occhiello per Matteo Renzi che ne rivendica la paternità in quanto il provvedimento è stato caldeggiato nell'ultima Leopolda e poi portato alla luce dalla ministra di IV.

Chiara Farigu


giovedì 11 giugno 2020

IL MARE DI ANZIO FA DA CORNICE AL NUOVO SINGOLO 'AMAMI ADESSO' DI GIORDANA ANGI

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fare da sfondo all'ultimo singolo ‘Amami adesso’ di Giordana Angi i meravigliosi paesaggi di Anzio e Nettuno

Una cornice davvero unica contrassegnata dal verde intenso della fitta pineta La Campana e dal lussureggiante Bosco di Foglino che le riprese del videoclip mostrano in tutto il loro splendore. 

Una corsa in macchina mentre le note musicali si fondono in un tutt'uno col paesaggio, per arrivare al mare.

 Alle Grotte di Nettuno e al faro di Anzio, autentici gioielli della cittadina laziale che anche quest’anno orgogliosamente vanta l’assegnazione delle bandiere blu e verde quale ambito riconoscimento per le acque pulite e la soffice sabbia.

Il video, girato nella fase 1 della pandemia, vuole essere una celebrazione della libertà e della gioia di vivere, racconta la cantante. 
Per restituire un po’ di sorriso e gioia in un momento difficile per tutti.

Chiara Farigu



SCUOLA.UNICA SOLUZIONE: DIMEZZARE NUMERO STUDENTI PER CLASSE, RADDOPPIARE I DOCENTI


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enza scuola non è vero che non c’è futuro. Senza scuola, semplicemente, non c’è presente. Parole sagge nonostante a dirle, o meglio a scriverle sulla sua e-news, sia il senatore di Rignano Matteo Renzi. Ovvero colui che da Presidente del Consiglio impose con atto d’imperio la famigerata #buonascuola. La quale, a parte qualche insignificante modifica, vige ancora ancora oggi indisturbata, alla faccia delle promesse elettorali fatte a destra e a sinistra passando dai 5stelle, di rivoltarla come un calzino e  meglio ancora di azzerarla completamente.

‘Un Paese che chiude le scuole prima delle piste da sci e riapre le discoteche prima delle università è un Paese che non ha chiaro il senso delle priorità’, incalza il leader di IV.

E’ sconfortante dover dare ragione a Renzi. Soprattutto perché lui non è solo parte integrante di questa maggioranza ma  è il padre putativo di questo governo. Anche se un giorno sì e l’altro pure si diverte a picconarlo giusto il tanto per vedere l’effetto che fa.

Investiamo sull'edilizia scolastica, propone Renzi, per riaprire in sicurezza le scuole a settembre.

Sarebbe già un punto di partenza. Sulla riapertura, ancora oggi, è nebbia fitta. Si studiano scenari, si rilasciano dichiarazioni dove si dice tutto  e il contrario di tutto.

Distanziamento, ingressi a orari differenziati, mascherine e/o visiere trasparenti si/no,  banchi con divisori con plexiglas con una o due esse, didattica in presenza ma anche a distanza, orario lezioni ridotto a 40 minuti si no perché, lezioni in classe ma anche al cinema in teatro o musei, beato chi ce li ha.

In una parola, un guazzabuglio.

Poi leggi che in Spagna, senza tante chiacchiere e annunci di pseudoesperti, il governo stanzia un fondo pari a due miliardi (l’Italia investe 1,4 miliardi) per l’avvio delle lezioni nel pieno rispetto delle norme anti contagio da Coronavirus. E che le classi potranno contenere al massimo 15 alunni. Ciò comporterà un nuovo piano di assunzioni per i docenti iberici, oltre a un maggiore ampliamento degli spazi a disposizione nelle strutture scolastiche.

La soluzione, l’unica possibile, rimane sempre quella: dimezzare il numero di alunni e studenti. Raddoppiare e anche più quello dei docenti, restituendo loro la dignità sociale e il giusto riconoscimento economico. Al pari di quelli europei.

Adeguare l’edilizia scolastica è la conseguenza naturale. Con o senza covid. Per la ripartenza del Paese. Perché per dirla alla Renzi ‘senza scuola non solo non c’è futuro ma non c’è neanche presente’.

Tutto il resto è fuffa.

Chiara Farigu


La nonna paterna? Una nonna a metà (con poche eccezioni)

  Essere nonne è un dono meraviglioso che la vita riserva a chi ha avuto la gioia di essere prima mamma. E’ come diventare madri una seconda...