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venerdì 25 settembre 2020

Covid-19- Sardegna: ‘il caso’ Orune

Orune è uno di quei bellissimi borghi situato nel cuore della Barbagia che i turisti più avveduti non mancano di visitare.

‘È un paese antico e chiuso, dove permangono (…) gli usi, le abitudini, i costumi, le tradizioni popolari più lontane, e l’intelligenza e il valore di una vita tanto più energica quanto più limitata, piena di capacità espressiva, di potenza individuale e di solitudine’, così veniva descritto dallo scrittore Carlo Levi in ‘Tutto il miele è finito’, nel 1964.

Un borgo ricco di storia per la straordinaria concentrazione di siti archeologici, famoso in tutta l’isola e non solo per la tradizione dell’artigianato e per la cultura enogastronomica che si tramanda di generazione in generazione.

Un borgo di appena 2300 anime che qualche giorno fa è rimbalzato agli ‘onori’ della cronaca a causa della preoccupante impennata di contagi da covid-19: ben 52 positivi e oltre 150 persone in quarantena fiduciaria. Numeri che hanno  indotto la Prefettura di Nuoro e l’amministrazione comunale a prendere misure drastiche atte a contenere la diffusione del virus: un ‘lockdown’ parziale e il rinvio dell’apertura delle scuole a dopo il 5 ottobre. Con bar e ristoranti chiusi, in via precauzionale, per tutto il giorno, mentre i cittadini sono invitati ad uscire da casa e ancor più dal paese solo in caso di comprovate necessità. Allevatori e agricoltori potranno spostarsi per lavoro nelle loro aziende, ma in numero non superiore a uno.

Sono queste alcune prescrizioni previste dall'ordinanza del sindaco Pietro Deiana che, per scongiurare nuove e più gravi impennate ha disposto anche tamponi a tappetto su tutta la popolazione.

I primi risultati sono incoraggianti: su 1000 tamponi effettuati, 800 sono risultati negativi, l’esito degli altri 200 è atteso per domani.

‘Lo screening proseguirà fino a domani, in modo da arrivare a testare tutta la popolazione’, commenta uno degli assessori di Orune, dopo il picco registrato negli ultimi giorni, era la cosa più giusta da fare’.

Un borgo che vuol tornare alla normalità quanto prima. In totale sicurezza per la quotidianità degli abitanti tutti e per i turisti che anche in autunno non mancano di visitare le bellezze passate e presenti di cui testimone e custode attento.

Chiara Farigu

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