Estremamente preoccupante quanto realistica l’istantanea scattata dal Censis nel 55° ‘Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2021’.
Quei dati, quelle percentuali scritte nero su bianco ci danno la conferma di quanto percepiamo quotidianamente.
Di quello che siamo e stiamo diventando, dopo due anni buoni di pandemia: sempre più ansiosi, insicuri, diffidenti, irrazionali.
Un Paese prigioniero delle sue fragilità, delle sue paure.
Un Paese dal respiro corto, incapace di fare progetti a lungo termine perché preoccupato di una quotidianità dove l’emergenza sanitaria continua a farla da padrone.
Un Paese deluso dalle istituzioni e sempre più distante dalla politica. Non si reca più alle urne quasi il 30% degli aventi diritto. Una percentuale elevatissima, mai così prima d’ora.
Un Paese dominato dall’irrazionalità, la pandemia, recita il report, ha accentuato il senso di vulnerabilità.
A sentirsi insicuro dal punto di vista di vista sanitario, inteso come assistenza e prestazioni mediche oltre il 40,3% degli italiani, mentre il 33,9% non si sente sicuro rispetto a un’eventuale condizione di non autosufficienza.
Lo spettro della perdita del lavoro è sempre dietro l’angolo, mentre la mancanza di un impiego spinge sempre più i giovani a valicare i confini in cerca di nuove prospettive. Soprattutto al Sud dove la crisi economica morde più forte che altrove. Tanti i piccoli borghi a rischio spopolamento nelle regioni più provate come Sardegna, Basilicata, Calabria.
Stressati, delusi estremamente ansiosi. E anche incattiviti. E diffidenti.
Quasi 3 milioni di persone non credono all’esistenza del Covid, per il 10,9% il vaccino è inutile e inefficace. Per il 31,4% è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. Per il 12,7% la scienza produce più danni che benefici, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone.
Un capitolo a parte meriterebbero le varie teorie complottiste che proliferano sul web oltre a quelle negazioniste storico-scientifiche: il 5,8% è convinto che la Terra sia piatta e il 10% che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna.
La teoria dei complotti spesso si intreccia con quella cospirazionista che, secondo il Rapporto, avrebbe contagiato una ben nutrita percentuale di italiani, il 39,9%, incentrata sulla cosiddetta ‘sostituzione etnica’: saranno gli immigrati nel tempo, per volontà di potentati più o meno misteriosi, a sostituire identità e cultura nazionali.
Dati che fanno riflettere. Che sconcertano. Preoccupano.
In quanto conseguenza logica di aspettative soggettive insoddisfatte. Di sogni traditi. Di progetti di vita rimandati sine die. Di speranze, illusioni, auspici andati in fumo. Affossati da una crisi sanitaria ed economica che perdura da troppo tempo sulla cui fine a breve termine in pochi scommettono.
Dati che ci rimandano un’immagine inquietante del Paese nel quale viviamo. Inquietante (e pericolosa) forse più della stessa pandemia.
Chiara Farigu
*Immagine web