Il passaggio dall’ora legale a quella solare avverrà stanotte 30 ottobre quando le lancette del nostro orologio torneranno indietro regalandoci un’ora in più di sonno. Il nuovo orario resterà in vigore sino all’ultima settimana di marzo 2022: l’ora legale tornerà nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022.
Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? si domandano molti alla vigilia dell’ennesimo cambiamento. Che fine ha fatto la proposta dell’Unione Europea di mantenere l’ora legale 365 giorni l’anno per tutti gli Stati membri a partire dal 2021?
Il dibattito che ne scaturì non trovò tutti d’accordo. Anzi. Si verificò una vera e propria spaccatura tra i Paesi cosiddetti mediterranei, favorevoli al mantenimento dell’ora legale, e i Paesi del Nord, per nulla entusiasti della proposta europea vista la differente alternanza luce-buio che li caratterizza.
L’arrivo della pandemia ha fatto il resto, mettendo in soffitta la tematica di non facile soluzione. Optare per la libertà di scelta nei Paesi membri significherebbe avere due orari ufficiali applicati a macchia di leopardo con tutto il caos che ne verrebbe fuori.
In attesa di ulteriori e definitive modifiche dell’Unione europea, da domani si torna alla ‘normalità’. Si dorme un’ora in più ma al contempo si perde un’ora in più di luce.
Secondo i dati degli esperti del settore, nei sette mesi di ora legale abbiamo risparmiato 450 milioni di kWh in termini di minori consumi, con un risparmio economico di circa 105 milioni di euro.
Un gioco che vale la candela, sostengono.
Non solo. Risparmiare energia significa anche “risparmiare” l’ambiente dal momento che l’ora legale evita di immettere nell’atmosfera italiana, nel tempo della sua durata, almeno 300mila tonnellate di anidride carbonica.
Ideata da Benjamin Franklin nel 1784, inizialmente l’idea di approfittare della luce solare per allungare la giornata non piacque. E non se riparlò sino al 1907. Quando il britannico Willet propose e attuò I “British Summur Time” a partire dal 1916.
Poi seguirono a ruota altri paesi europei, già entrati nell’ottica del risparmio energetico.
In Italia fu introdotta nel 1916. Per essere nuovamente abbandonata, dopo qualche breve esperienza, per oltre un cinquantennio. Occorrerà infatti aspettare il 1966, anno in cui entrerà in vigore definitamente.
Inizialmente, per quasi due decenni per il periodo maggio-settembre, poi dal 1996 con la modalità odierna. In linea col calendario comune adottato in tutta Europa.
Rimane però l’incognita: sarà davvero l’ultima volta?
Chiara Farigu
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