E’ ancora sotto choc la cittadina di Lanuvio dopo la strage nella casa di riposo Villa dei Diamanti nella quale cinque donne sono morte per una probabile fuga di monossido di carbonio. La Giunta Comunale ha proclamato il lutto cittadino per stringersi intorno al dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari. Un bilancio drammatico. Alle vittime si sommano altre sette persone, tra le quali anche due operatori, ricoverate in ospedale tutte coi sintomi riconducibili a intossicazione di monossido di carbonio.
Gli inquirenti sono al lavoro per capire le dinamiche dei fatti visto che la struttura, come precisa in una nota la giunta comunale, è in possesso dei requisiti previsti dalla legge in termini urbanistici e di ogni altra autorizzazione di competenza comunale. L’edificio peraltro era stato completamente ristrutturato e reso agibile solo quattro anni fa.
Morte nel sonno per gli effetti letali del ‘killer silenzioso’, così viene definito il monossido di carbonio. Un gas velenoso e particolarmente insidioso in quanto inodore, incolore e insapore. Un gas che ogni anno, per svariate motivi, miete vittime inconsapevoli senza alcun preavviso, come purtroppo periodicamente riportano le cronache.
Ma cos’è esattamente il monossido di carbonio?
L’ossido di carbonio (CO) è un inquinante molto insidioso, soprattutto nei luoghi chiusi dove si può accumulare in concentrazioni letali. Tali situazioni sono purtroppo frequenti e innumerevoli sono i casi di avvelenamento e gli incidenti anche mortali imputabili alle stufe o agli scaldabagni difettosi o non controllati. Essendo il CO incolore, insapore, inodore e non irritante, può causare morti accidentali senza che le vittime si rendano conto di quel che sta loro succedendo.
Una volta respirato, il CO si lega all’emoglobina formando un composto che viene chiamato carbossiemoglobina. Questa sostanza, al contrario dell’emoglobina, non è in grado di garantire l’ossigenazione ai tessuti, in particolare al cervello ed al cuore. La morte sopravviene pertanto per asfissia.
I primi sintomi dell’avvelenamento sono l’emicrania e un senso di vertigine, se avvertiti in tempo.
Purtroppo il gas provoca anche sonnolenza e questo impedisce spesso alle vittime di percepire il pericolo e di scongiurarlo aerando il locale. Un killer silenzioso, appunto. Che uccide senza alcun preavviso. Con una predilezione per la stagione invernale. Quando scaldabagno, impianti di riscaldamento, stufe e camini funzionano a pieno regime, e in più, a causa del freddo, le finestre di casa sono spesso chiuse. Anzi sigillate, come quelle più moderne dotate di doppi vetri a prova di qualunque spiffero. Ragion per la quale, i decessi per intossicazione da CO, negli ultimi decenni, siano addirittura in aumento.
Il pericolo incombe quando qualche impianto su citato è difettoso o le canne fumarie risultano essere intasate da qualche ostruzione che impedisce la regolare fuoriuscita dei fumi. Il monossido di carbonio viene infatti liberato nell’ambiente a causa di un processo di combustione incompleta dei combustibili organici (legno, carbone, olio e carburanti vari) provocando intossicazioni più o meno gravi e, qualche volta anche la morte.
Non ci sono dati ufficiali sul numero di vittime che il monossido di carbonio miete in Italia ogni anno, tuttavia sono consistenti anche se variabili: si tratta di centinaia di morti e di migliaia di persone ricoverate in ospedale per intossicazione. Una volta in ospedale la camera iperbarica è il trattamento spesso risolutivo dell’intossicazione da CO.
Che fare per soccorrere una persona intossicata da CO?
Le operazioni da fare sono molto semplici: aprire tutte le finestre per far entrare ossigeno nell’ambiente e portare la persona che ha inalato il gas all’esterno somministrandogli, se possibile, ossigeno ad alta concentrazione. E naturalmente chiamare subito un’ambulanza.
Tuttavia la prevenzione rimane sempre l’arma migliore per scongiurare pericoli. Prevenzione che in questo caso sta a significare corretta manutenzione e corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento, assicurando l’adeguata ventilazione dei locali che ospitano gli apparecchi a combustione. Da non trascurare poi la pulitura dei camini e dei condotti di evacuazione dei gas che deve essere eseguita almeno una volta all’anno da operatori qualificati.
Piccoli ma necessari accorgimenti dei quali però ci ricordiamo sempre troppo tardi. Veicolare le giuste informazioni può salvare più di una vita.
Chiara Farigu