il blog di chiarafarigu

martedì 10 novembre 2020

‘Lo sapevamo che i contagi in Sardegna salivano, abbiamo rischiato’, così il capogruppo di FI ai microfoni di Report

Come dimenticare il susseguirsi di ordinanze regionali prima per dare il via libero e poi per chiudere le discoteche nel periodo più caldo e trasgressivo nell’isola, all’epoca covid-free, presa d’assalto da migliaia di turisti in cerca di sballo?

Ordinanze che facevano a pugni con la richiesta per quanti arrivavano via mare o via cielo di munirsi di improbabili passaporti sanitari o quant’altro che ne attestasse l’ estraneità col malefico virus.

Si è passato in pochissimo tempo dal pugno di ferro minacciato e mai reso concreto al  lasciapassare più sfrenato. Con l’apertura delle discoteche più cult, ritrovo di chi ha il portafoglio gonfio e in virtù di questo sa come arrivare ai posti di comando, l’isola sta ora pagando le conseguenze di decisioni politiche scellerate. Prese, come ha dimostrato, confermando quando già si sospettava e purtroppo si sapeva, il servizio di Report mandato in onda ieri sera, che a dettare legge, ancora una volta è stato il dio denaro.

‘Lo sapevamo che i contagi salivano, abbiamo rischiato’, così Angelo Cocciu, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale, ai microfoni di Report. Durante l’intervista ha reso noto i retroscena dell'ordinanza che ha lasciato aperti i locali da ballo  fino al 16 agosto, ben dieci giorni di più la decisione di chiuderle da parte del governo: ‘Mi sono arrivate tante telefonate, gestori che ci chiedevano di tirare qualche giorno in più. Billionaire e Phi Beach avevano per esempio contratti stratosferici con dj importanti’.

Parole che fanno rabbrividire. Dichiarazioni fatte a titolo personale, sostiene Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia in Sardegna, nel prenderne le distanze.

‘In un mondo normale domani, in Sardegna, si terrebbero le nuove elezioni regionali. Ma non viviamo in un mondo normale’ scrive sul suo profilo Facebook Emiliano Deiana, presidente Anci Sardegna. Aggiungendo che ‘Report ha traslato la problematica. Ha fatto credere che siano i sardi ad aver contagiato il resto d’Italia. Mentre il VIRUS è arrivato sulle ali dei turisti.  Le vere vittime di questo “contesto” malsano sono i sardi e la Sardegna.  Perché nessuno - il Governo in primis - non ha proibito l’invasione di torme di turisti, senza controlli sanitari in ingresso che hanno fatto ammalare primi far tutti i lavoratori sardi del turismo. Venivano, questi, dopo aver fatto il giro d’Europa: da Ibiza a Malta. Per poi sbarcare in Costa e impestare tutto l’impestabile. Report conferma come i sardi siano un inciampo della storia’.

Avete preferito il Billionaire alla nostra salute”, recita uno striscione sulla sede della presidenza della Regione in viale Trento.

Ogni altro commento appare oggi superfluo. Una sola richiesta: si faccia chiarezza e chi ha sbagliato tolga il disturbo. Per il bene della Sardegna e dei Sardi tutti

Chiara Farigu



***Immagine pixabay

lunedì 9 novembre 2020

Da stasera su Rai 1 ‘Gli orologi del diavolo’, serie tv con Beppe Fiorello

Stasera la prima delle quattro puntate de ‘Gli orologi del diavolo’, fiction prodotta da Roberto Sessa, in prima visione su Rai 1, disponibile anche in streaming su Rai Play.

Tratta da una storia realmente accaduta, raccontata nel libro omonimo scritto da Franciosi e Federico Ruffo, vede il ritorno di Beppe Fiorello nelle vesti del protagonista Mario Merani, ovvero Gianfranco Franciosi nella vita reale. Un eroe per caso, come racconta lo stesso Fiorello, il primo civile usato per scopi investigativi in un contesto criminale ‘rimasto incastrato in un ingranaggio enorme’ durato ben quattro anni della sua vita. Un uomo ‘comune’ alle prese con qualcosa più grande di lui ‘io non avrei avuto il suo stesso coraggio’, ammette Beppe.

E’ la storia di un uomo che fino a poco tempo prima conduceva una vita ‘normale’ tranquilla e anche felice. E’ un motorista nautico con un passato nelle gare off-shore attualmente costruttore di barche, almeno fino a che la malavita non si accorge che i gommoni, che corrono più veloci delle motovedette dei carabinieri, potrebbero portare la sua firma. Volendone sapere di più chiede ragguagli ad un amico poliziotto ricevendo la proposta di fare da infiltrato per scoprire cosa e chi si cela dietro il mercato di traffico di droga.

Un ruolo inedito per l’attore siciliano con molti colpi di scena. Al suo fianco Nicole Grimaudo, la moglie che esasperata dai silenzi e dai segreti del marito sempre più coinvolto nell’ingranaggio dal quale non può più tirarsi fuori, metterà fine alla storia d’amore.  Marco conoscerà poi Alessia, interpretata da Claudia Pandolfi e con lei ritroverà la gioia di vivere e la determinazione a portare a compimento il ruolo di infiltrato nel narcotraffico al servizio dello Stato.

Una serie da non perdere.

Chiara Farigu 

domenica 8 novembre 2020

Presidenziali Usa 2020: Joe Biden è il nuovo presidente

Joe Biden, all’anagrafe Joseph Robinette Biden Jr, è il nuovo presidente Usa. La vittoria è giunta nel pomeriggio dopo la conquista della Pennsylvania, che s’aggiunge alla vittoria ottenuta in Nevada e in Arizona, arrivando così a quota 290 grandi elettori.  Ben oltre quindi la quota 270, indispensabile per accedere alla Casa Bianca.

Una vittoria che arriva dopo una campagna elettorale che definire infuocata è un puro eufemismo e dopo giorni caratterizzati da colpi di scena e polemiche ancora in atto.

L’ormai ex presiedente Trump non ci sta e dopo aver rivendicato la sua di vittoria ha denunciato brogli e azioni legali negli Stati che lo hanno visto perdente.

La Commissione elettorale federale ha però smentito tutte le accuse di Trump escludendo qualsiasi forma di pratica fraudolenta.

‘Sarò il presidente di tutti gli americani’ ha dichiarato subito dopo la vittoria Biden, ‘America, sono onorato che tu abbia scelto me per guidare il nostro grande paese. Non tradirò la fiducia che hai riposto in me’.

Biden, 46° presidente Usa ha al suo attivo diversi primati: con i suoi quasi 78 anni (li compirà il 20 novembre) è il presedente più vecchio ma è il più votato di sempre. Nato a Scranton in Pennsylvania nel 1942 da una modesta famiglia di origini irlandesi, ha alle spalle una lunga carriera politica che iniziato da giovanissimo nel ’69 quando viene eletto nel Consigli della sua Contea.

Due anni dopo, all’età di 29 anni, si candida per il Senato come rappresentante dello stato di Delaware. Rimane al Senato fino al 2009, quando verrà scelto dal neo presidente democratico, Barack Obama, come suo vice.

Oggi la sua vittoria più grande e un programma ambizioso da realizzare.

Dalla sanità pubblica da estendere ulteriormente alla fasce della popolazione che ancora non ne usufruiscono alla proposta di rendere gratuiti i college per gli studenti meno abbienti. Ambiente, immigrazione, controllo delle armi e politica estera sono gli altri punti del suo fittissimo programma che ‘il presidente di tutti’ sarà chiamato a realizzare nei prossimi quattro anni di permanenza alla casa Bianca.

Al suo fianco Kamala Harris, 55 anni, già senatrice della California, da oggi vice presidente, la prima donna della Storia degli Stati Uniti.

Chiara Farigu 

martedì 3 novembre 2020

L’ex senatore Verdini andrà in carcere: la Cassazione conferma la condanna

L'ex senatore Denis Verdini è stato condannato definitivamente a 6 anni e mezzo di reclusione nell'ambito del processo sulla bancarotta del Credito cooperativo fiorentino. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che con la sentenza odierna mette la parola fine a un processo che si trascinava da tempo fra rinvii e prescrizioni.

Delusione da parte del suo legale Franco Coppi che ha annunciato che il suo assistito ‘non attenderà il provvedimento e affronterà la situazione costituendosi in carcere’, aggiungendo che Verdini è ‘uomo forte e coraggioso e saprà affrontare anche questa prova’.

Secondo le accuse Verdini avrebbe provocato il dissesto finanziario dell’istituto di credito fiorentino in seguito ad una ‘gestione imprudente ma anche ambiziosa’ attraverso numerose operazioni ‘anomale’ sino ad arrivare al fallimento. A dare il via alle indagini i commissari di Bankitalia che nella loro relazione avevano denunciato gravissime criticità. Il Credito Cooperativo Fiorentino fu commissariato nel 2010, poi dichiarato insolvente e successivamente assorbito da Chianti Banca.

Verdini fu condannato in primo grado a nove anni di reclusione (poi ridotti per alcune prescrizioni legate ai reati di truffa sui fondi pubblici dell'editoria); nel 2018 la Corte di Appello conferma la condanna a sei anni e 10 mesi di reclusione.

Oggi l’ultimo atto con la condanna definitiva a sei anni e cinque mesi.

Per l’ex senatore, 69 anni, uno degli uomini politici più influenti degli ultimi anni, presto si apriranno le porte del carcere

Chiara Farigu 



*Immagine tratta da AdnKronos

mercoledì 28 ottobre 2020

Decreto Ristori: stanziati oltre cinque miliardi per sostenere le categorie penalizzate dal DPCM

Col Decreto Ristori, approvato ieri sera in CdM si vogliono tutelare quelle categorie fortemente penalizzate dai provvedimenti varati nell’ultimo DPCM. In particolare i ristoratori, i proprietari e gestori di palestre e piscine, i lavoratori del mondo dello spettacolo, i commercianti e gli artigiani che, a causa di chiusure anticipate e/o totali, stanno risentendo in modo consistente del calo delle vendite e degli introiti.

Il Presidente del Consiglio, in conferenza stampa ha sottolineato il problema delle diseguaglianze che la pandemia sta creando nel nostro Paese. Disuguaglianze nuove che si vanno ad aggiungere a quelle già esistenti.

Disuguaglianze e malcontenti che  il governo quotidianamente percepisce e recepisce e ai quali cerca di venire incontro con i sostegni economici che periodicamente mette in atto. Come l’odierno che prevede lo stanziamento di oltre cinque miliardiuna massa consistente di risorse’, così lo ha definito il ministro Gualtieri, precisando che il decreto è contrassegnato ‘da rapidità, semplicità ed efficacia’.

Misure economiche bollate come acqua fresca dalle opposizioni viste come un cerotto che vorrebbe frenare un’emorragia, con l’aggravante, sostengono, che si vanno ad aggiungere alle precedenti, molte delle quali ancora oggi non sono arrivate a destinazione.

Da qui l’esasperazione nelle piazze di tutta Italia dopo l’ultimo provvedimento che ha imposto chiusure parziali o totali di molte attività. Per queste ultime il decreto ha stanziato una delle voci più cospicue pari a 2,4 miliardi di  aiuti a fondo perduto, includendo, nel provvedimento anche le imprese con un fatturato superiore ai cinque milioni di euro.

Il contributo a fondo perduto sarà erogato automaticamente già a novembre, ha ribadito Conte, alle oltre 300mila aziende che lo avevano  già percepito in precedenza, direttamente dalle Agenzie delle Entrate mediante accredito sul C/C. Coloro che non avevano fatto domanda nei mesi precedenti potranno inoltrarla adesso e ricevere i contributi a metà dicembre.

‘Per i settori chiusi completamente come palestre, piscine, teatri, cinema, l’importo viene raddoppiato’, ha annunciato il ministro Patuanelli.

Gli altri provvedimenti del decreto:

  • Cancellata 2^ rata IMU dovuta entro il 16 dicembre;

  • Nuovo credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre;

  • Prorogata la cassa integrazione di altri sei mesi;

  • Sospensione dei versamenti contributivi per il mese di novembre per i lavatori agricoli che hanno ridotto per almeno 4 mesi l’attività a causa della pandemia;

  • Indennità specifiche per i lavoratori dello spettacolo e del turismo pari a 1000 euro ciascuno

Chiara Farigu

lunedì 26 ottobre 2020

Nuovo DPCM 25 ottobre: lo stop nonsense di palestre e piscine (e di cinema e teatri)

Non è proprio un nuovo lockdown ma molto ci somiglia.

Un assaggio, dicono diversi analisti, del prossimo e più drastico DPCM. Quando, in virtù dell'inevitabile serrata, torneremo a fare scorta di lievito per impastare pane e pizze e a cantare dai balconi. Sempre ammesso che ritroveremo lo spirito di allora. Quando più o meno convintamente ripetevamo come un mantra 'andrà tutto bene'.

Allora lo sguardo di mio figlio si fece triste ma rassegnato. Lui che all’odore stantio dei tribunali aveva preferito quello pungente del sudore degli allenamenti, in quel primo confinamento fu costretto ad abbassare la saracinesca della palestra (come tutte le attività cosiddette 'non essenziali')  che gestisce col suo socio. In attesa di tempi migliori.

Poi a maggio, quando la curva dei contagi ha puntato verso il basso, con le riaperture, abbiamo ricominciato a sperare. E a lasciarci il peggio alle spalle. C'era la speranza di ricominciare. Di ripartire. Anche con l'aiuto, di là ancora a venire, del sostegno europeo.

L'estate poi ci ha fatto riassaporare la libertà. E tutti, chi più chi meno, ci siamo  illusi di aver sconfitto il mostro. E se qualche grillo parlante osava ammonirci di non abbassare la guardia perché una seconda ondata sarebbe stata non solo inevitabile ma anche più virulenta noi, sprezzanti, gli abbiamo intimato il vade retro, uccellaccio del malaugurio.

Ci siamo ricongiunti, riabbracciati, ri-assembrati. Convinti, che ingenui siamo stati, di averla sfangata. Che  le sofferenze, i bollettini di morte, le serrate, i confinamenti fossero ormai solo un ricordo. Un brutto bruttissimo ricordo. Da archiviare definitivamente. Insieme agli esperti ai comitati alle statistiche e talk show dove si dice tutto e il contrario di tutto. Nessuno o quasi credeva alla seconda maledetta ondata. Che puntualmente ha fatto la sua rentrée dopo la pausa estiva.

Mio figlio, dopo la chiusura forzata, aveva riaperto la palestra. Investendo soldi per sanificare i locali, contingentare gli ingressi,  predisporre i dispositivi sanitari come da protocollo.  Per poter garantire il distanziamento tra gli iscritti si era dovuto disfare di diversi macchinari, e fare a meno  di alcuni collaboratori. Aiutato soprattutto dalla sua famiglia stava poco alla volta risalendo la china. Con fatica e molti sacrifici.

Ieri con l’ultimo DPCM, la nuova mazzata: il governo impone, tra gli altri provvedimenti anti-covid  la chiusura di palestre e piscine. Nonostante nessun focolaio sia stato registrato in questi luoghi.  E nonostante molti studi abbiamo attestato  quanto l’esercizio fisico, praticato in maniera regolare, contribuisca a rafforzare il sistema immunitario. In palestra non si va solo per pompare i muscoli. Si va per la ginnastica posturale, quella riabilitativa, gli esercizi di rilassamento e corsi vari di pratiche sportive per giovani e meno giovani. Eppure nell’immaginario collettivo le palestre continuano a portarsi dietro stupidi pregiudizi duri a morire.

Ieri lo sguardo di mio figlio era iniettato di sangue. Non più  rassegnazione ma rabbia. E voglia di spaccare tutto. Difficile dargli torto. Difficile non comprendere che quella saracinesca potrebbe non alzarsi più. Già diversi iscritti, durante il confinamento, si erano organizzati acquistando macchinari usati da utilizzare in casa, altri poi si sono dati al jogging, altri ancora si sono proprio ‘dati’, nel senso che sono evaporati, spariti. Del resto, quando il portafoglio piange, lo sport è percepito come un lusso. Un lusso di cui si può e si deve fare a meno. Da riprendere semmai quando quest’incubo finirà. Sempre ammesso che finirà.

Quello sguardo non mi abbandona. Mi segue dappertutto. Ci leggo la preoccupazione per il futuro di suo figlio di soli 10 anni, per le scadenze che a dispetto del lockdown arrivano puntuali, per lo spettro del fallimento dell’attività sempre più reale e incombente.

Come lui non mi capacito.

E mi domando se chi doveva provvedere abbia davvero agito ‘in scienza e coscienza’ o se la scelta di far pagare il conto solo ad alcune categorie non sia il frutto di uno scontro politico come riportato dai media nei giorni scorsi. E che a prevalere sulla decisione di chiudere palestre e piscine così come di cinema e teatri, altro stop nonsense, ci siano più motivazioni di carattere politico che scientifico. Dal momento che proprio in questi luoghi  dove sono stati adottati e messi in pratica più che altrove tutti i protocolli sanitari e di distanziamento, non sono stati registrati casi di positività o focolai di nessun genere.

Uno stop che a dir poco lascia perplessi. Che mette ulteriormente in ginocchio categorie già fortemente penalizzate. Un' ulteriore chiusura che poco o niente contribuirà a contenere la curva dei contagi.  Un DPCM che ha tutta l'aria di un  nuovo confinamento. Perché se non è proprio un nuovo lockdown  molto ci somiglia

Chiara Farigu



*Immagine tratta da La Repubblica

venerdì 23 ottobre 2020

C'è aria di lockdown ma Conte resiste. Al momento

C'è aria di serrata. La si respira un pò dovunque. Le misure prese sono acqua fresca ed appellarsi al senso di responsabilità di giovani e non solo lascia il tempo che corre, è questo il sentiment comune.

Da Nord a Sud è un proliferarsi di nuove ordinanze con misure restrittive da far impallidire quelle prese dal governo centrale. Ai provvedimenti varati dai presidenti di regione si aggiungono poi le norme emanate dai sindaci per contenere arginare vietare … chiudere.

E’ di oggi poi l’appello di 100 scienziati al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio per chiedere misure drastiche entro due massimo tre giorni per evitare, sostengono, centinaia di decessi per covid19: ‘Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso e urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19’, scrivono i cento, i quali fanno riferimento alle stime diffuse dal fisico Giorgio Parisi, secondo le quali il raddoppio nei decessi che si sta osservando ogni settimana potrebbe portare in breve a 400-500 morti al giorno.

Misure drastiche o sarà una vera e propria strage. Non solo, ribadiscono gli scienziati. Più tempo si aspetta più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure e durare più a lungo. Mentre prendere subito misure drastiche ma efficaci serve a scongiurare un numero consistente di decessi e al contempo a salvaguardare l’economia e i posti di lavoro.

Un appello che sta facendo discutere. Le richieste di misure stringenti arrivano da più parti, De Luca chiede al governo che fermi la mobilità tra Regioni ma Conte frenaDobbiamo escludere un lockdown generalizzato. Rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario’, risponde a chi gli chiede serrate immediate.

Lo spettro di un nuovo lockdown, benché  aleggi prepotente, al momento è scongiurato. Sarebbe un disastro totale per l’economia

Chiara Farigu

mercoledì 21 ottobre 2020

Papa Francesco apre alle unioni civili: tutti hanno diritto a una famiglia

Ancora una volta un passo avanti Papa Francesco.  Sempre al fianco di chi soffre, di chi vive nelle ristrettezze, di chi scappa da guerre e da miserie per ritagliarsi un angolo di mondo. Al fianco di chi lotta per vedersi riconoscere i propri diritti, come le coppie omosessuali, ancora oggi discriminati e spesso oggetto di violenze  dovuti ai pregiudizi duri a morire.

Si alle unioni civili, ha dichiarato oggi il Pontefice, le persone omosessuali hanno diritto ad una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo’.

Una posizione ‘rivoluzionaria’, che arriva in seguito a lunghi dibattiti all’interno della Chiesa  (e non solo) contenuta all’interno del documentario di  Evgeny Afineevsky, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma.

Non è la prima volta che Bergoglio si schiera apertamente a favore delle persone omosessuali.  ‘Chi sono io per giudicare i gay’? ebbe a dire ai giornalisti che lo intervistavano durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro nel luglio del 2013. Aggiungendo che ‘il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte’.

La Chiesa è accoglienza, ricorda ancora una volta Bergoglio, siamo tutti figli di Dio e tutti abbiamo diritto ad avere una famiglia.  Il Si alle unioni civili non vuole essere una sovrapposizione con l’istituto del matrimonio ma un modo per ufficializzare la libera volontà di unirsi civilmente da parte di due persone. Per vedersi riconosciuti tutti i diritti che ne conseguono. Senza più discriminazioni distinzioni  esclusioni

Chiara Farigu



*IMMAGINE PIXABAY

Covid19, Speranza: ‘Evitare spostamenti inutili’. In arrivo nuovo DPCM

E mentre i leader dell'opposizione continuano a sbraitare contro il ‘governo incompetente’ che nulla ha fatto in questi mesi per scongiurare la seconda ondata, le Regioni, in ordine sparso, adottano provvedimenti ben più stringenti di quelli contenuti nell’ultimo DPCM per arginare l’impennata dei contagi delle ultime settimane.

Dopo la Lombardia anche la Campania annuncia il blocco di tutte le attività e della mobilità dalle 23 alle 5 del mattino a partire dal prossimo venerdi e limitazioni agli spostamenti tra province solo per lavoro, salute, scuola o socio-assistenza, giustificati dalla rediviva autocertificazione.

Il Piemonte chiude nei fine settimana i centri commerciali e introduce la didattica mista ( 50% in presenza e 50%  in DAD) per le classi superiori, misura quest’ultima adottata anche il Liguria.

La contagiosità del virus non s’arresta. Gli ospedali si stanno ahimè nuovamente riempiendo, le ambulanze sfrecciano con le sirene spiegate e i medici lanciano appelli tra il serio e il preoccupato per il picco dei contagi registrato nelle ultime settimane. Ai quali si aggiunge quello del ministro Speranza ‘State a casa. Evitate spostamenti inutili. La situazione è molto seria. Bisogna dire fino in fondo come stanno le cose. La curva cresce. Serve uno sforzo in più da parte di ciascuno. Nelle prossime ore bisogna alzare il livello di attenzione. Ci sono attività essenziali e altre si possono spostare e rinviare’.

Onde evitare il proliferare di ordinanze e provvedimenti vari, il governo sta lavorando a un protocollo di linee guida atto a fissare regole comuni da seguire per le nuove strette anticontagio e a un nuovo DPCM in quanto l’ultimo, appare appare già superato dalla curva dei contagi.

Nel frattempo su una cosa concordano tutti: non abbassare la guardia e usare i dispositivi di prevenzione: mascherina, lavaggio mani e distanziamento.



 

lunedì 19 ottobre 2020

Covid-Nuovo DPCM: le ultime novità in vigore sino al 13 novembre

E’ stato varato ieri e poi presentato in conferenza stampa dal premier Conte il nuovo pacchetto di misure anti-covid, resosi necessario dopo il picco dei contagi registratosi nelle ultime settimane.

‘La strategia non è e non può essere la stessa della primavera: in questi mesi abbiamo lavorato intensamente. Le misure più efficaci restano le precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Facciamo attenzione nelle situazioni in cui abbassiamo la guardia, con parenti ed amici’, ha esordito il Presidente del Consiglio per ‘scongiurare un  nuovo lockdown generalizzato che potrebbe compromettere severamente l'economia’.

Il nuovo DPCM, ha sottolineato Conte è frutto di un intenso dialogo con i ministri, le Regioni e il CtS al quale seguirà il confronto con il Parlamento.

Queste in sintesi le misure adottate:

  • I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le ore 21 di vie e piazze dove ci saranno assembramenti, consentendo l'accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private.
 

  • Tutte le attività di ristorazione sono consentite dalle 5 del mattino sino alla mezzanotte se il consumo avviene ai tavoli. In caso contrario l'apertura è consentita fino alle 18.


  • I ristoranti chiuderanno alle 24: si potrà stare per un massimo di 6 persone per singolo tavolo e tutti i ristoratori dovranno affiggere quante persone ammesse. Nessuna limitazione negli ospedali, negli aeroporti, lungo le autostrade. Le consegne a domicilio sono consentite senza vincolo di orario, l'asporto è consentito fino a mezzanotte


  • Le attività scolastiche continueranno in presenza. Per le scuole di secondo grado, verranno favorite modalità flessibili di organizzazione didattica con ingresso degli studenti dalle ore 9 e possibili turni pomeridiani.


  • Ricorso allo smart working e riunioni a distanza


  • Vietato lo sport da contatto a livello amatoriale così come le gare e le competizioni sportive dilettantistiche di base. Piscine e palestre avranno una settimana di tempo per adeguarsi ai protocolli di sicurezza, se questo non avverrà, ha ammonito il premier, saremo costretti a sospendere le attività.


‘Siamo consapevoli che imporremo sacrifici economici ad alcune attività imprenditoriali, c’è l’impegno del governo a ristorarli’, ha rassicurato Conte.

Poiché non c’è DPCM senza polemiche, oltre all’opposizione che bolla a prescindere ogni provvedimento varato, sul piede di guerra anche i sindaci che accusano apertamente il governo di voler scaricare sui primi cittadini la responsabilità di gestire la cosiddetta ‘movida’.

Dopo una telefonata di chiarimento tra Conte e De Caro, presidente dell’Anci, il premier ha però garantito una correzione a riguardo nel testo finale. Nella nuova formula, come riporta Open, sparisce ogni riferimento esplicito ai sindaci ma non viene chiarito chi debba materialmente intervenire per disporre l’eventuale chiusura di zone delle città in cui «si possono creare situazioni di assembramento».

Un dettaglio, quest’ultimo che sarà oggetto di altre polemiche e di commenti al vetriolo e perché no anche ilari che già si sprecano sui social.

Chiara Farigu 



*Immagine tratta da Governo.it

La nonna paterna? Una nonna a metà (con poche eccezioni)

  Essere nonne è un dono meraviglioso che la vita riserva a chi ha avuto la gioia di essere prima mamma. E’ come diventare madri una seconda...