Una passione, la politica, maturata durante gli anni della Resistenza, alla quale partecipò come partigiana. Terminata la guerra si iscrive al Partito Comunista, rivestendo la carica di responsabile della politica culturale. Di temperamento sanguigno e poco incline alla disciplina di partito, al quale non lesinava aspre critiche, nel ’69 con Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri fonda Il Manifesto, giornale che dirige sino al 2012 e che poi lascia per divergenze con il gruppo redazionale.
Un’altra grande passione, la scrittura. Diversi i libri che portano la sua firma, da La ragazza del secolo scorso al Viaggio Inutile, da Quando si pensava in grande sino all’ultimo del 2018, Questo corpo che mi abita, solo per citarne alcuni tra i più noti. Numerosi poi gli articoli e i saggi pubblicati in giornali e riviste dove trovare testimonianza del suo pensiero di donna, intellettuale e politica e le battaglie a favore dei diritti delle donne.
Arduo per chiunque voglia cimentarsi tratteggiarne un profilo senza incorrere in dimenticanze e grossolane sviste. La vastità dei ruoli rivestiti, i numerosi interessi e gli impegni pubblici a cui non si è sottratta sino alla fine ne fanno un personaggio variegato e complesso.
Determinata quanto schiva nella vita privata non amava essere definita un ‘mito’. ‘I miti sono una proiezione altrui, io non c'entro. Mi imbarazza. Non sono onorevolmente inchiodata in una lapide, fuori del mondo e del tempo. Resto alle prese con tutti e due’, replicava a quanti periodicamente la indicavano come tale.
Lei, la ragazza del secolo scorso, continuava a porsi domande. Sulla vita, sul genere umano sui cambiamenti. Per stare al passo coi tempi. Quello passato, vivo nei ricordi e quello attuale. Pieno di contraddizioni e tutto in divenire.
La sua scomparsa, oggi, lascia un grande vuoto nel mondo politico e culturale
Chiara Farigu