Oggi, dopo due anni di lavori no-stop, l’inaugurazione del nuovo ponte ‘Genova San Giorgio’, il viadotto che torna a unire la città da ponente a levante.
Due anni fa …
C’era una volta il ponte o viadotto Polcevera, meglio noto come ponte Morandi, dal nome dell’ingegnere che lo progettò. Per oltre 60 anni è stato il simbolo di Genova e nodo strategico per il collegamento fra il nord-Italia e il sud della Francia.
Quasi due anni fa, esattamente il 14 agosto del 2018, come un fulmine a ciel sereno, il crollo parziale della struttura. Una tragedia immane: 43 morti e quasi 600 sfollati.
Una ferita profonda non solo per Genova ma per l’Italia tutta. Le immagini fecero il giro del mondo. Quel camion che si arrestò un secondo prima di precipitare nel vuoto divenne il simbolo della tragedia tra il prima e il dopo.
Sessanta anni di storia e di storie. Sessanta anni di viaggi di piacere e di lavoro. Sessanta anni di unione, di incontri di vita di milioni di italiani. Poi il crollo, il dolore, la morte.
La ricerca delle responsabilità, le accuse a chi doveva e non ha fatto i necessari controlli, gli scaricabarile come sempre avviene dinanzi alle tragedie. Le promesse della politica di ricostruire quanto e meglio di prima. Ma soprattutto la determinazione dei genovesi di voltare pagina e guardare al futuro.
Poi il nuovo progetto dell’archistar Renzo Piano e i fondi per la ricostruzione. E nello sfondo la magistratura per appurare responsabilità e responsabili.
Una lunga storia che fatto e farà parlare ancora molto a lungo.
Un anno fa, alle 9,37 la totale demolizione di quel che ne restava. In soli sei secondi l’implosione di sessanta anni di storia, ridotti a ventimila metri cubi di detriti. Centinaia i genovesi appostati fin dal mattino per dare l’ultimo addio a quel simbolo che ora non c’è più.
Da adesso comincia il futuro, titolarono i giornali.
Oggi, dopo due anni di lavori no-stop, alle ore 18,30, l’inaugurazione del nuovo ponte ‘Genova San Giorgio’. Alla cerimonia saranno presenti le più alte cariche dello Stato, da Mattarella al premier Conte, dal presidente della regione Toti al sindaco Bucci che è stato anche il commissario delegato alla ricostruzione. Saranno assenti i familiari delle vittime, per loro è previsto un incontro privato col Capo dello stato.
La cerimonia inizierà con l’inno nazionale e la lettura dei 43 nomi delle vittime cui seguiranno tre minuti di silenzio. Dopo il taglio del nastro, la benedizione del viadotto da parte del nuovo vescovo monsignor Tacca.
Le frecce tricolori porteranno nel cielo di Genova il vessillo di San Giorgio, la croce rossa in campo bianco simbolo della città. Il tutto, si spera, maltempo permettendo.
Chiara Farigu
Immagine tratta da ligurianotizie.it
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