Debutto fortunato per I BASTARDI DI PIZZOFALCONE, che ieri 20 settembre ha battuto la concorrenza col 21,8% di share, vale a dire con 4,5 milioni di telespettatori.
La fiction, alla terza stagione, non ha perso lo smalto delle due serie precedenti che anzi, con le intricate storie dei suoi personaggi, magistralmente descritti da Maurizio de Giovanni, continua ad affascinare e a coinvolgere i telespettatori.
A fare da sfondo alle vicende del commissario Lojacono e della squadra dei ‘bastardi fuori ma teneri dentro’, i colori i suoni e le meraviglie di una Napoli senza tempo. Con i problemi di sempre: malavita, corruzione, degrado sociale, e quel calore, quell’umanità che solo la città partenopea sa offrire. A piene mani, a chi è in grado di vedere al di là delle apparenze.
La serie, diretta da Monica Vullo, si compone di sei puntate, in onda ogni lunedi su Rai 1.
Protagonisti ancora una volta Alessandro Gassman affiancato da Carolina Crescentini, nei panni della pm Piras, e lo scalcagnato ‘commissariato’ di Pizzofalcone, la location napoletana scelta dall’autore dove ambientare e risolvere intricate vicende non sempre nel rispetto delle regole.
Sulla etimologia di Pizzofalcone si leggono diverse curiosità. La più accreditata risale al Duecento, quando la collina non faceva parte del tessuto urbano. Il re di Napoli Carlo I d’Angiò decise di praticare in questa zona la caccia al falcone, facendo costruire sulla collina una falconiera per la real caccia di falconi.
E’ però Carlo Celano, storico napoletano, a svelare che il colle in realtà ‘è detto così per l’altezza che ha, essendo che ogni cosa alta a Napoli si diceva Falcone per l’alto volo che fa quest’uccello’.
Curiosità a parte, Pizzofalcone, è una collina molto cara ai partenopei che la serie tv ha ulteriormente contribuito a rendere ancora più famosa e accattivante.
Chiara Farigu
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