il blog di chiarafarigu

lunedì 27 settembre 2021

150 anni fa nasceva Grazia Deledda. Unica donna italiana ad aver vinto il Nobel per la Letteratura

 Centocinquanta anni fa, esattamente il 27 settembre del 1871, nasceva, a Nuoro, Grazia Deledda, “Una donna di talento, che ha dato lustro all’Italia”, ha scritto il Capo dello Stato in una nota dedicata all’autrice per la ricorrenza.

Numerose, in tutta Italia, le celebrazioni per ricordare la scrittrice che ha indubbiamente lasciato il segno nel mondo della letteratura.

Autodidatta, esordisce su un periodico di moda. Influenzata sia da Verga che da D’Annunzio, in tutta la letteratura italiana la scrittrice sarda fa storia a sé, restando estranea a ogni corrente.

I suoi romanzi (Elias Portolu, Cenere, Marianna Sirca, La madre) sono tutti ambientati in Sardegna, regione che nelle sue pagine diventa un luogo mitico, barbarico e primitivo. Una terra ancestrale governata da leggi eterne e immutabili.

Nel 1913 pubblica Canne al vento, il suo capolavoro.

Nel 1926 vince il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: “Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”.

A tutt’oggi è l’unica donna italiana ad aver vinto un Nobel per la letteratura.

Questo il video del discorso tenuto a Stoccolma   https://www.youtube.com/watch?v=Y8XBNigpMss

Suoi questi due aforismi, tra i più celebri e ancora oggi di grande attualità:

1) “Tutti siamo impastati di bene e di male, ma quest’ ultimo bisogna vincerlo.” Analisi attenta e precisa dell’essenza umana ed una esortazione a sconfiggere il Male facendo prevalere le forze del Bene. Attualissimo per i nostri tempi in cui malaffare, corruzione, interesse personale e di casta sono all’ordine del giorno.

2) “Possibile che non si possa vivere senza far male agli innocenti?” Domanda che potrebbe sembrare retorica ma non lo è, poiché rispecchia una realtà sotto gli occhi di tutti. Basta guardare il fenomeno dei migranti, le cause che lo hanno provocato e il disinteresse col quale (non) si cerca di risolverlo.

Sono piccina piccina, sa, anche in confronto alle donne sarde che sono piccolissime, ma sono ardita e coraggiosa come un gigante e non temo le battaglie intellettuali”, scriveva di se stessa.

Dieci anni dopo il suo Nobel, la dura e lunga lotta contro il timore al seno. Una lotta impari. L’unica che non sia riuscita a vincere.

A continuare a parlare, ancora oggi,  i suoi romanzi. Storie intense e drammatiche attraverso le quali ha contribuito a rendere universali il dolore, il calore, i sentimenti dei personaggi tratti dalla sua terra. ‘Una eredità che rende ancor più ricco il patrimonio della letteratura italiana’, ha chiosato il presidente Mattarella.

 Chiara Farigu

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