Sono passati sei anni dal rapimento di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne friulano sparito il 25 gennaio 2016 al Cairo e trovato cadavere nove giorni dopo, il 3 febbraio, lungo la strada che dalla capitale porta ad Alessandria.
Sei anni di misteri, di verità non rivelate, di silenzi.
Sei anni di sofferenza per la famiglia che pretende verità e giustizia.
Sei anni di silenzi da parte del governo egiziano e di vergognosi depistaggi che hanno provocato tensioni diplomatiche senza precedenti tra il nostro Paese e l’Egitto.
Le indagini locali che dapprima portano ad incriminare una banda di malviventi, poi uccisi dalla polizia in un conflitto a fuoco, si sgretola in men che non si dica. Alla pari del castello accusatorio teso a dimostrare che droga e sesso fossero le sole piste da seguire.
La magistratura italiana, di contro, arriva a ben altre conclusioni, rinviando a giudizio quattro ufficiali dei servizi segreti egiziani con l’accusa di sequestro di persona, lesioni gravissime e omicidio.
La collaborazione con gli inquirenti italiani si fa sempre più tesa, vengono negati persino i tabulati telefonici. Medici italiani ed egiziani procedono a due diverse autopsie. Drammatico il referto a conferma delle torture ricevute: innumerevoli i tagli e le ecchimosi riscontrate, così come le ossa spezzate. Irriconoscibile il corpo quando fu ritrovato quel 3 febbraio dopo nove giorni dalla scomparsa. La madre riuscirà a identificarlo da un tratto caratteristico della punta del naso.
Sei anni di verità nascoste e trafugate.
‘Oggi, con il cuore, sono a Fiumicello. Vicino a Paola, Claudio e Irene Regeni. Sono sei anni senza Giulio. C’è l’impegno più che mai fermo di andare avanti, e di far sì che attraverso la sinergia fra le Istituzioni possa ripartire il processo, scrive il Presidente della Camera Roberto Fico, che non potrà presenziare ad alcuna manifestazione poiché impegnato nelle votazioni del presidente della Repubblica.
A Fiumicello, paese natio del ricercatore, la comunità questa sera si stringerà alla famiglia per ricordarne la memoria con una fiaccolata.
Diversi gli appuntamenti in programma e gli ospiti che si alterneranno per ricordare Giulio e chiedere, ancora una volta, che venga fatta luce sulla sua morte.
Alle 19,41 scatterà il minuto di raccoglimento. Sessanta secondi per ‘urlare’ che sia fatta giustizia.
Chiara Farigu
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