Secondo il Rapporto dell’Organizzazione mondiale per la sanità, il 15% della popolazione di tutto il mondo convive con la disabilità. In Italia sono poco più di tre milioni le persone che soffrono di limitazioni più o meno gravi, limitazioni che impediscono loro di svolgere anche le più semplici attività quotidiane come occuparsi dell’igiene personale o nutrirsi autonomamente.
Fu l’Onu, nel 1981, a proclamare la Giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità con lo scopo di promuoverne i diritti e il benessere di quanti si trovano in difficoltà. Partendo proprio dal principio che nessuno, tanto meno chi è svantaggiato, debba essere lasciato indietro.
Non è facile né semplice definire la disabilità, termine oltretutto che si è evoluto nel tempo, passando da pura 'condizione biologica' di chi la possiede a ‘condizione sociale’ intesa come riconoscimento di fondamentali diritti giuridici, quali l’uguaglianza atta a garantire la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica sociale economica e culturale della società.
Nel 2001 la nuova Classificazione internazionale del funzionamento disabilità e salute dell’Oms ha introdotto l’espressione, diventata poi concetto giuridico di ‘persone con disabilità’, termine adottato successivamente dalla Convenzione dell’Onu approvata nel 2006, ratificato in Italia nel 2009 con la legge n° 18.
All’art 1 si legge che : ‘Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri’. La Convenzione pertanto pone l’accento sulla persona, riconoscendo il principio di uguaglianza affinché chi ne è affetto possa godere degli stessi diritti riconosciuti a tutti gli altri.
Un iter lungo e faticoso. E benché molti passi siano stati fatti dal punto di vista etico-giuridico, molti altri se ne dovranno fare, le barriere architettoniche, soprattutto quelle mentali, sono dure a morire. La Giornata dedicata alla disabilità vuol essere un momento di confronto e di riflessione verso chi soffre e che, a dispetto di normative e convenzioni, continua a vivere una condizione di subalternità e di disconoscimento dei loro diritti. Accentuati ancor più in quest’ultimo anno dalla pandemia ancora in corso. L’emergenza sanitaria, ce lo racconta giornalmente la cronaca, ha avuto un impatto devastante sulle persone fragili e con disabilità che stanno pagando un duro prezzo in termini di isolamento mancanza di assistenza e ancor peggio di mortalità.
‘Ricostruire meglio: verso un mondo post Covid19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile’, questo il tema della Giornata. Per riflettere, ma soprattutto per fare, affinché nessuno veramente venga lasciato indietro.
Chiara Farigu
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