il blog di chiarafarigu

mercoledì 10 novembre 2021

L’unica parte del Paese che continua a crescere? Gli italiani nel mondo: il 3% in più nell’ultimo anno

 Che l’Italia non sia un paese per giovani lo si scrive e lo si denuncia da tempo. Basta guardarsi attorno. Non servono dati e statistiche per confermare quanto è evidente nelle nostre case, nelle nostre città da nord a sud, isole comprese: si espatria sempre più.

Non c’è Regione che possa dirsi fuori da questa inarrestabile emorragia che sta decimando la nostra gioventù. E non solo.

L’impennata si è avuta soprattutto al Sud, ma neppure il Centronord è stato risparmiato da quel che viene definito ‘inverno demografico’.

Oltre due milioni di residenti hanno lasciato l’Italia in poco meno di 20 anni, per trasferirsi altrove. La metà sono giovani fino ai 34 anni, quasi un quinto i laureati.

Neanche la pandemia è riuscita a fermare il flusso oltreconfine: sono infatti più di 109mila i connazionali che hanno privilegiato altre nuove destinazioni europee. ‘Una presenza di valore inestimabile’ ha sottolineato il presidente Mattarella alla sedicesima edizione del ‘Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes’, presentato ieri a Roma.

Un flusso ininterrotto di cervelli ma anche di manodopera sia maschile che femminile, molte le coppie con figli al seguito,  che si va ad aggiungere al triste primato delle ‘culle vuote’ che anno dopo anno registra numeri in continua crescita.

Una perdita inestimabile per il nostro Paese.

Secondo gli ultimi dati Istat per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Dieci anni fa erano 96: il ricambio naturale più basso in oltre un secolo.

Dati questi che sommati all’inarrestabile flusso migratorio mettono a repentaglio il futuro del nostro Paese.

Molti, troppi i borghi sparsi nella penisola, ma più numerosi al Sud, a rischio spopolamento.

L’unica Italia che cresce, stando al report della Fondazione Migrantes, sembra essere quella che mette radici oltre confine, senza fare più ritorno in terra natia.

Le motivazioni sempre le stesse.

Mancanza di lavoro in primis. Ma non solo. Carenza di servizi, collegamenti insufficienti e a prezzi esorbitanti tra Nord e Sud e soprattutto tra isole e resto d’Italia,  degrado socio-culturale, abbandono scolastico, criminalità, fanno dire sempre più spesso ai nostri giovani ‘Italia mia ti lascio, io vado via’.

Via, in cerca di nuove opportunità. Per vivere un presente ma soprattutto un futuro più sostenibile. Quello che a casa loro non trovano.

Per miopia politica o incompetenza. O tutte e due.

Chiara Farigu

*Immagine Pixabay

domenica 7 novembre 2021

Valeria Fabrizi, stella delle stelle di ‘Ballando’: elegante, raffinata, infinitamente brava

 È la prima a stupirsi per questa ritrovata notorietà e per l’affetto che il pubblico le sta tributando. Notorietà e affetto che, diciamolo subito, si merita tutto. Perché lei, Valeria Fabrizi, 85 anni portati divinamente, sa ancora regalare emozioni e far breccia nel cuore di chi guarda.

Chi segue il programma ‘Ballando con le stelle’ aspetta con trepidazione che Carolyn Smith annunci il suo nome e quello di Giordano Filippo, il suo maestro e coreografo, per godersi alcuni minuti di vero spettacolo. Elegante, raffinata, infinitamente brava. Una gran bella persona.

Le sue performance raccontano ogni volta momenti della sua vita, fatti di grandi gioie ma anche di sofferenza, di solitudine e di assenze ‘da consumare giorno dopo giorno’, sottolinea con gli occhi lucidi.

L’assenza più grande, suo marito Tata Giacobetti, che le manca come l’aria. Un vuoto incolmabile per quell’uomo che riuscì a conquistarla con la sua innata eleganza da gentiluomo. ‘E pensare che all’inizio mi era pure antipatico’, ha ricordato.

Poi successe un fatto che le fece capire che era quello giusto.

Facevano entrambi teatro. Una sera lui le dette un passaggio per raggiungere la località nella quale dovevano esibirsi. Si fece molto tardi,  decisero pertanto di pernottare. Nell’hotel però c’era una sola camera disponibile e per giunta un letto matrimoniale. ‘Tranquilla, io dormo sul divano’, la rassicurò Tata. Il giorno dopo lei chiese come avesse dormito quasi scusandosi per aver avuto la meglio su quel letto. ‘Non ho chiuso occhio, ti ho guardata dormire, eri bellissima’.

Da allora non si sono più lasciati, sino al 1988, quando Tata morì in seguito ad un infarto.

Un ricordo struggente che l’accompagna in tutto quel fa. Comprese le sue esibizioni nel palco più luccicante della tv fatte di passi di danza ma soprattutto di forti emozioni.

Il pubblico la ripaga con altrettanto calore, catapultandola al primo posto tra i concorrenti, a dispetto di qualche passo incerto e qualche titubanza che solo un occhio esperto più cogliere.

Una carriera artistica di tutto rispetto la sua anche se, sottolinea con orgoglio, il ruolo più bello e più intenso che abbia avuto l’onore di interpretare è quello di mamma.

Chiara Farigu 

*Immagine Ansa

La nonna paterna? Una nonna a metà (con poche eccezioni)

  Essere nonne è un dono meraviglioso che la vita riserva a chi ha avuto la gioia di essere prima mamma. E’ come diventare madri una seconda...